Estate 2019. La Juventus decide di separarsi da Massimiliano Allegri. Le motivazioni? Una divergenza di vedute sulla gestione dello spogliatoio e di alcuni calciatori, in particolare i senatori e Cristiano Ronaldo. Ma non solo, la voglia della società di vedere un calcio più propositivo e divertente, poiché convinti di non poter vincere la Champions League con il conformismo di Allegri.
Maggio 2021. Dopo due stagioni deludenti, due allenatori incapaci di ideare trame di gioco esteticamente appaganti e vincenti, ecco il ritorno al passato. Una decisione reazionaria della società. Quasi un mea culpa, consci di aver gettato alle ortiche due stagioni, in cui si sono visti due cantieri aperti, finanziati male e infine non realizzati. Alla sua firma, subito dopo la fine della stagione scorsa, Allegri attraversando questi cantieri falliti ha ritrovato solo confusione. Tanti i motivi che la possono determinare, dalla perdita di qualità a centrocampo per mosse di mercato sbagliate, al senso di appartenenza da riformare (il famoso DNA Juve) o l’ingombrante peso di alcuni calciatori.
Tanti problemi da gestire e un orizzonte nebuloso per Allegri alla sua firma. Pensare che fino a poche ore prima dell’annuncio, tutti lo dessero vicinissimo al Real Madrid. Destinazione rifiutata alla chiamata della Juventus. Una scelta pigra quella di Allegri, così definita da Fabio Capello. Una decisione forse troppo semplice l’usato sicuro, invece di mettersi in gioco in un nuovo ambiente. Un spirito di rivalsa personale può aver indotto il rifiuto del club madrileno. Come se la prima e forse più grande vittoria di Allegri sia il ritorno stesso, emblema del torto della società due anni prima.
Fare un primo resoconto su questi primi 6 mesi di Allegri 2.0, con annesso giudizio, è assai complesso. Come d’altronde è quanto ha vissuto l’allenatore da inizio ritiro in poi. Difficile credere che Allegri avesse immaginato questa rosa a giugno/luglio scorso. E’ stato un mercato difficile per la Juventus, partito benissimo con l’affare Locatelli, fortemente voluto da Allegri, poi scemando lentamente. Da un campione d’Europa trovato ad uno perso, per la decisione di Allegri di confermare Szczesny in porta e non spingere su Donnarumma svincolato. Una scelta che, ancor di più dopo le papere di inizio stagione del portiere polacco, risulta palesemente contestabile. Poi per concludere. la ciliegina finale una sessione di mercato sottotono, ecco l’addio di Ronaldo.
CR7 e Allegri non è un segreto che non si siano trovati bene reciprocamente. Uno è stato tra i motivi dell’addio dell’altro. Allegri lasciò la panchina secondo molte indiscrezioni anche per problemi con Ronaldo e Paratici. Torna e i due finisco la loro esperienza alla Juventus. Non sono sembrate coincidenze. L’addio di Ronaldo però ha minato la squadra, per modi e tempistiche con cui è arrivato. Una preparazione fatta interamente con il campione portoghese, poi volato via nel giro di tre giorni, a mercato praticamente finito. Il contraccolpo è stato duro e la squadra ne ha risentito palesemente da subito, senza che Allegri riuscisse a trovare una soluzione. Dopo quattro mesi anche la gestione di Allegri è un cantiere aperto, come i suoi predecessori, con più dubbi che certezze. Il gioco non c’è, come e forse a tratti peggio dell’anno scorso. Finora la squadra non ha mai trovato quella continuità di risultati e prestazioni che diano la solidità utile per crescere, creando il giusto spirito e la corretta attitudine.
L’ultimo mese e mezzo, dopo la cocente sconfitta contro il Chelsea a Stamford Bridge, ha mostrato qualche passo avanti e una serie di risultati positivi in sequenza. La vera prova del nome saranno i prossimi due mesi, ma i problemi figli degli scorsi anni restano e Allegri ci può far davvero poco. Il centrocampo molto poco qualitativo, i continui infortuni di Dybala e la mancanza di una punta da 15/20 gol all’anno sembrano montagne troppo alte da scalare quest’anno, anche per Massimiliano Allegri.