Serie A, i momenti top del 2021: Genoa, la fine dell’era Preziosi
Da novembre Enrico Preziosi non è più il maggior azionista della squadra di calcio più antica d’Italia. Il Genoa è passato al fondo USA 777 Partners, dopo una trattativa lunga mesi. Si è aperta così una nuova era per il calcio a Genova, sponda rossoblu. Ma per mille motivi, sia positivi che negativi, i 18 anni di presidenza non potranno esser dimenticati. Li ripercorriamo, partendo dal 2003, l’anno in cui Preziosi scelse di scommettere sul Genoa, una piazza tanto importante quanto in difficoltà vista la retrocessione in Serie C e il pericolo bancarotta.
LA DIFFICILE RISALITA IN SERIE A
Preziosi promise subito grandi investimenti e un ritorno immediato nella massima serie, che mancava da quasi dieci anni. L’inizio della presidenza Preziosi fu fortunato, visto che a sorpresa il club fu ripescato in Serie B per il blocco delle retrocessioni. Avvenimento unico nella storia recente del calcio italiano, causato dal famoso accadimento giudiziario del Catania allora di Riccardo Gaucci. Il Genoa ebbe bisogno di un anno di transizione e formazione per raggiungere la promozione in Serie A, come avvenne nella stagione 2004-2005. Primo posto raggiunto nella serie cadetta che a non valse la promozione, vanificata dalla penalizzazione per il caso Genoa-Venezia. La prima di una lunga serie di delusione per i tifosi rossoblu. Una squadra imbastita per il salto di categoria (con giocatori del calibro di Diego Milito e Lavezzi, più un giovane Guidolin in panchina) smantellata e riformata da zero per la Serie C. Questa volta la doppia promozione al Genoa di Preziosi riuscì, grazie anche al tifo incandescente di un pubblico che aveva assaporato amaramente un sogno lungo un decennio. Memorabile la penultima giornata del campionato di Serie B 2006-2007, con il pareggio tra Genoa e Napoli che valse la promozione diretta per entrambe in A senza playoff.
IL RITORNO IN A CON GASPERINI: GLI ANNI MIGLIORI
Uno dei fattori determinati della conquista e poi difesa della Serie A, fu una serie di perfette intuizioni di Preziosi. Sia sul mercato, con l’arrivo di giocatori emblematici (Palacio, Thiago Motta, Milito ecc.) che sul piano tecnico. La scelta di Gian Piero Gasperini come allenatore è a posteriori la migliore compiuta da Preziosi. Il sodalizio tra i due coincise con gli anni migliori del Genoa in Serie A negli ultimi 15 anni. Sempre rimasta nella massima categoria, ma solo con l’attuale allenatore dell’Atalanta capace di lottare per qualcosa di più della salvezza. Infatti già nel 2009 il club finì quinto in classifica, qualificandosi ai preliminari di Europa League, uscendo ai gironi per la sconfitta decisiva al Marassi contro il Valencia.
L’EUROPA NEGATA E L’INIZIO DEL DECLINO
L’unica altra qualificazione europea del Genoa di Preziosi e Gasperini raggiunta nel 2015 segnò anche l’inizio del declino e dell’addio alla parte sinistra della classifica. Dopo alcuni anni modesti in cui non si rischiò mai la retrocessione, la stagione 2014-2015 vide i grifoni lottare per tutta la stagione per l’Europa, raggiunta a fine campionato anche grazie ad una vittoria sull’Inter per 3-2. Europa conquistata sul campo ma negata dall’UEFA, per la mancata licenza ottenuta e il posto ceduto agli eterni rivali della Sampdoria. La sconvolgente svolta creò una crepa mai rimarginata tra Preziosi e la piazza, con i tifosi che vedevano in lui il colpevole dell’assurda situazione. L’effetto domino portò Gasperini via da Genoa, poiché anch’esso in rottura prolungata con la società, iniziando un periodo di crisi da cui il Genoa ancora oggi stenta a superare. Continui cambi in panchina con Ballardini più volte richiamato per salvare il club da retrocessione certa, provocata anche da una gestione inspiegabile della rosa. Ogni estate cambiata senza mai dare il segnale di un progetto a lungo termine. Di fatti Preziosi dal 2015 in poi ha cercato possibili acquirenti, con un malumore crescente in città divampato con l’arrivo della pandemia.