Il 2020 doveva essere l’anno della definitiva consacrazione di Nicolò Zaniolo e invece è durato lo spazio di una decina di partite.
A settembre, nel corso di una gara di Nations League con l’Italia, si è procurato la rottura completa del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro.
A gennaio, nel corso di Roma-Juventus, aveva subito lo stesso infortunio ma al ginocchio destro.
Così come lo aveva cominciato, Zaniolo ha finito questo 2020: infortunato.
Ciò nonostante, nei pochi scampoli in cui siamo riusciti a vederlo in campo, ha mostrato lampi del suo straordinario talento.
Elementi che confermano la convinzione che sia giusto considerarlo come un fenomeno.
Parlando di Zaniolo, ci si è spesso interrogati su quale grande campione del passato assomigliasse di più. Le correnti di pensiero sono tantissime ma l’opzione più accreditata è quella che il trequartista giallorosso sia la copia di Kakà.
Come il brasiliano, Zaniolo ama partire da lontano ed è in grado di spaccare la pressione avversaria con le sue progressioni palla al piede.
Non è un fulmine ma ha gambe lunghe che gli permettono di coprire lunghe distanze con pochissime falcate.
È forte fisicamente; quando gli avversari provano a fermarlo sembrano che gli rimbalzino addosso. Nulla può scalfirlo.
La tecnica, poi, non è mai mancata. Zaniolo è sempre in pieno possesso del pallone nelle sue progressioni.
Ad esempio: in questa azione ad un certo punto si allunga il pallone per superare un avversario dopo uno doppio passo eppure non si ha mai la sensazione che qualcun’altro possa arrivare prima di lui sulla palla vagante.
Guardandolo correre in campo in campo aperto si ha una sensazione di ineluttabilità, come se niente e nessuno possano impedirgli di portare a termine la sua missione.
L’unica fortuna di Zaniolo in un 2020 da incubo è che la pandemia ha cancellato gli Europei posticipandoli al 2021.
Il Commissario Tecnico Roberto Mancini ha più volte ribadito che lo aspetterà e che non appena sarà pronto lo convocherà in Nazionale.
Lo scenario più probabile è che possa essere in campo ad aprile, giusto in tempo per aiutare la Roma a centrare i propri obiettivi e diventare l’uomo simbolo dell’Italia e Euro 2020.