Serie A, i giocatori top del 2021: Pellegrini
Il 2021 di Lorenzo Pellegrini è un bicchiere mezzo pieno. Un cioccolatino buonissimo, dolce ma con a sorpresa un retrogusto amaro. Le note liete sono state molteplici nell’annata, prima fra tutte esser diventato capitano della Roma, coronando il sogno di una vita. Il giusto premio per un ragazzo che ha sempre difese con le unghie e con i denti la squadra, mostrando un attaccamento alla maglia e all’ambiente meraviglioso. Ciò che serviva alla Roma dopo i dolorosi e velenosi addii di De Rossi e Totti. Se nel finale della scorsa stagione è sembrato più volte predicare nel deserto tattico ed emotivo di Fonseca, con Mourinho è stato messo al centro dello sviluppo del gioco. Sempre schierato da trequartista, ha mostrato una vena realizzativa su cui poter contare, ma anche lavorare per perfezionarla. Con Fonseca vagabondava per tutti i ruoli possibili e immaginabili, disputando troppe partite da mediano, lontanissimo dalla porta avversaria. Lorenzo è però un calciatore offensivo, adattabile a tutti i ruoli e moduli. Basti notare come Mancini in Nazionale lo abbia sempre schierato largo a sinistra, come vice Insigne.
E’ proprio con la Nazionale che vien fuori tutta l’amarezza del 2021 di Pellegrini. Se con la Roma la delusione è non esser riuscito, nonostante un’ottima stagione, a trainare la squadra in una stagione positiva, l’Europeo mancato con l’Italia è il più grande rimpianto finora della carriera. Sarebbe stato il cambio fisso di Mancini nel secondo tempo di tutte le sfide a eliminazione diretta, proprio grazie alla sua duttilità. Invece ha dovuto guardare gli Europei da casa, fatale l’ultimo allenamento a Coverciano prima dell’inizio della competizione. Una punizione battuta nelle fasi finali del lavoro giornaliero e un problema muscolare alla coscia che lo costrinse alla valigie. Un duro colpo da incassare, che poteva abbatterlo brutalmente, ma Pellegrini si è rialzato più forte di prima. Fiero di portare al braccio la fascia di capitano della sua Roma.