Un principe ispanico dalla beffarda espressione, chiamato a riempire d’arte e bellezza il centrocampo del Napoli, arrivato nel silenzio dell’adattamento ed esploso di vulcanica meraviglia. Il talento e la classe di Fabian Ruiz sono certo ben noti, ma non a tutti è chiara la totalità e l’ampiezza dei suoi compiti. Parliamo di uno dei più puri esempi della scuola calcistica spagnola: un giocatore dotato di grande qualità tecnica ed intelligenza tattica, abbinata ad una gestione della palla che rasenta la perfezione. Fabian non è semplicemente un centrocampista centrale, ma il collante assoluto fra tutti i reparti, un architetto della manovra ed allo stesso tempo il gestore dei ritmi di gioco.
La stagione 2020/2021 è stata senza dubbio transitoria per lo spagnolo: caratterizzata da problemi fisici ed una collocazione tattica che non gli ha permesso di esprimersi al meglio. Nella gestione di Gattuso, infatti, il centrocampista aveva dei compiti meno offensivi e più votati all’equilibrio, con tante richieste nella fase difensiva. Nell’annata passata ha collezionato 4 reti ed 1 assist in 42 apparizioni, un dato che contrasta nettamente con quello della stagione attuale, in cui Fabian ha finora totalizzato 5 reti e 3 assist in sole 18 presenze. La differenza sta tutta nel raggio d’azione del calciatore, che con la gestione di Spalletti si è spostato di qualche metro più avanti. Questo cambio ha portato il calciatore a poter essere più spesso presente nella trequarti avversaria, ed automaticamente a calciare di più verso la porta. Con il Napoli ha concluso la passata stagione in 5a posizione, dietro alla Juventus di Pirlo,