La Serie A 2021-22 è al momento ferma per la pausa natalizia. L’attuale campionato, dopo il girone d’andata, ha visto l’Inter primeggiare con 46 punti raccolti dopo le prime 19 giornate disputate. I nerazzurri, allenati da Simone Inzaghi, hanno così conquistato il simbolico titolo di Campioni d’Inverno con quattro punti di vantaggio sul Milan secondo. Negli ultimi ventidue anni, la squadra prima in classifica alla fine del girone d’andata, solitamente ha sempre vinto il campionato alla fine. Tale circostanza non si è verificata solamente in quattro occasioni, la terza delle quali nella stagione 2017/2018.
Il 2017/2018 è l’anno della macchina perfetta Napoli, che ha alla propria guida Maurizio Sarri. L’espressione massima del gioco del tecnico toscano, dell’armonia degli elementi, dell’unione del gruppo e di un’estetica che trova il suo compimento nei risultati. Però, è anche la stagione dello scudetto perso in albergo a Firenze, della vittoria all’ultimo minuto della Juventus contro l’Inter, dell’episodio arbitrale che coinvolge Pjanic. Insomma, una stagione ricca di emozioni ed avvenimenti.
Un’impresa sfiorata, quella del Napoli di Sarri, che è andata vicinissima ad interrompere il dominio Juventus. Il girone di andata si era concluso con i partenopei avanti di un punto (48 totali, miglio risultato di sempre), sulla squadra allenata da Allegri. Per la quinta volta nella sua storia, la squadra azzurra festeggiava il titolo di campione d’inverno. I numeri della corazzata di Sarri erano impressionanti: nell’anno solare 2017, registrò 99 punti su 39 partite, nessuna sconfitta in 20 partite giocate fuori dalle mura amiche del San Paolo, 2 sconfitte nell’anno solare – contro Atalanta e Juventus-.
Tutte le premesse, quindi, per una cavalcata trionfale verso l’obiettivo scudetto. Premesse che si fanno concrete, in quel colpo di testa firmato Koulibaly, all’Allianz Stadium contro la Juventus il 23 aprile 2018, a 4 giornate dal termine della Serie A. Un gol che accorcia la classifica e mette il Napoli in scia, a -1 dai bianconeri. La giornata dopo, però, i sogni partenopei si infrangono: la Juventus vince in rimonta contro l’Inter – è la partita del famoso episodio arbitrale che coinvolge Orsato e Pjanic -, e il Napoli perde a Firenze. È la notte dello “Scudetto perso in albergo”.
Se è vero, e questo è un dato incontrovertibile, che alla fine ciò che rimane sono i trofei in bacheca e il palmerés, che è solo il nome della squadra vincente ad essere impresso negli albi d’oro e nelle coppe; è altrettanto vero che tutti gli appassionati di calcio mantengono un ricordo di quel Napoli. Della produzione offensiva e del gioco espresso, dei cambi di campo e i tagli di Insigne per Callejon e viceversa, per i gol di Mertens, la leadership di Koulibaly e i mozziconi masticati di Sarri. Una delle espressioni di gioco più godibili delle ultime stagioni, ma non abbastanza per arrivare al titolo di Campione d’Italia.