Serie A, Gravina: “Il calcio non può stare immobile. Ecco 2 soluzioni”

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(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Durante il Festvial dello Sport a Trento, quest’oggi è stato protagonista il Preisdente della FIGC, Gabriele Gravina, intervenuto per parlare dei problemi attuali del calcio italiano e di quali soluzioni adottare per renderlo più moderno e competitivo.

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(Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Serie A, le parole di Gravina sulla rimodernizzazione del calcio italiano

“Il cambiamento è un’esigenza oggettiva. I numeri fanno riferimento agli ultimi 12 anni, quelli più risalenti sarebbero ancora più crudeli nei nostri confronti. L’indebitamento ci preoccupa, ma anche il fatto che il cambiamento sia percepito come minaccia e non come opportunità. Il nostro calcio perde appeal continuamente, i dirigenti cercano di mettere in campo progettualità che puntualmente si scontrano con risultati negativi. Ci sono dei principi inderogabili: decisione e responsabilità su tutti. Il corpo umano per sopravvivere deve cambiare, idem il calcio, che ogni 15 anni si evolve. Il calcio non può rimanere immobile: dobbiamo importare il processo naturale di cambiamento va imitato e importato nel mondo del calcio”.

Ecco le possibili soluzioni per migliorare il nostro calcio: “Ci sono due asset fondamentali. Il primo sono i vivai, il secondo le infrastrutture. Per il primo punto, avremo un dipartimento tecnico del settore giovanile scolastico, che sarà guidato da due tecnici federali espertissimi che ci consentiranno di organizzare i cinquanta centri federali che per ora lavorano solo due ore al lunedì ma diventeranno di fatto un’unica accademia. Vorremmo aumentare il numero minimo di italiani per ogni rosaPer il miglioramento delle infrastrutture servono i grandi eventi: siamo candidati a Euro 2032, la caduta del governo Draghi ha rallentato il processo di candidatura ma siamo ottimisti”.

“Trasleremo il rapporto ricavi-costo del lavoro introdotto dall’Uefa, con percentuali differenti. Saremo più severi nel controllare la solvibilità, la sostenibilità, che non è un elemento di progettualità ma si sopravvivenza, e va declinato correttamente. La nostra sostenibilità è quella sociale. Ora si ha un atteggiamento molecolare, ognuno guarda al suo orticello. Cercheremo di abolire al riguardo il diritto di veto”.