Serie A, gli imprenditori americani all’assalto del ‘Soccer’

Krause

Quest’oggi lo Spezia ha ufficializzato il passaggio di proprietà che dalle mani di Gabriele Volpi va alla famiglia Platek. Robert Platek è un finanziere americano che oltre a possedere da oggi un club di Serie A è già proprietario di altri due club europei: il Sonderjyske in Danimarca e il Casa Pia in Portogallo.

Quanto successo allo Spezia oggi, conferma un trend in aumento in Italia e in tutta Europa: l’interesse di grandi imprenditori americani per il mondo del calcio. Uno sport che oltre oceano – dove viene chiamato “soccer” – ha faticato ad imporsi, schiacciato da basket, football americano, hockey e baseball e che oltre ad una diffusione all’interno dei confini nazionali, da anni vede un interesse sempre maggiore per i club europei.

Ad attirare gli investitori non è solo la passione per il calcio, of course. A fare gola è anche la monetizzazione di una passione che nel nostro Paese viene vissuta in maniera viscerale da milioni di appassionati che affollano gli stadi – quando si poteva e quando si potrà di nuovo -, che acquistano abbonamenti per le pay tv o acquistano merchandising. Dalla loro parte, gli imprenditori statunitensi possono esportare modelli di business legati allo sport (spettacolarizzazione degli eventi o nuovi modi di comunicare, per esempio) con la speranza che attecchiscano anche nel nostro calcio.

In Italia, lo Spezia è solo l’ultimo dei casi. In Serie A ci sono altre tre proprietà statunitensi la Roma, il Parma e la Fiorentina. I giallorossi hanno recentemente cambiato presidente con la cessione di James Pallotta che ha lasciato in favore di Dan Friedkin, ma la bandiera a stelle strisce è rimasta una costante. Il Parma, invece, è passato nelle mani di Kyle Krause che ha approcciato il suo nuovo ruolo con grande entusiasmo. Lo si nota nel suo modo di comunicare così come negli investimenti durante il calciomercato. Rocco Commisso, invece, è ormai una vecchia conoscenza. Presidente vulcanico che ha preso a cuore la causa viola e che sta puntando e investendo molto sulle strutture del club. Se poi si volesse allargare un po’ lo sguardo si potrebbe aggiungere a questa lista anche il presidente del Bologna, Joey Saputo che, però, è canadese.

Quanto sta succedendo in Italia è la coda lunga di un trend che in Europa è avviato già da tempo. Dalla Premier League alla Ligue 1, sono diversi i club che nell’ultimo decennio sono passati nelle mani di imprenditori statunitensi.

Un nuovo flusso di denaro e investimenti, entusiasmo, una visione diversa dello sport potrebbero dare nuova linfa al calcio italiano e alla Serie A. Allo stesso tempo, però, il rischio è che gli imprenditori americani si limitino a investire senza saper leggere i bisogni della piazza e rimanendone distaccati. Pro e contro da tenere in considerazione: nei prossimi anni vedremo se l’interesse americano nella Serie A avrà portato dei frutti o se è stato solo un fuoco di paglia.