Serie A: ecco perché non si gioca a Pasqua. L’ultima volta 45 anni fa
La Serie A è iniziata ieri in grande anticipo rispetto al solito, per finire la sua 29ª giornata prima del giorno di Pasqua. Il turno si è aperto alle ore 17:00 con l’amaro pareggio dell’Inter contro la Salernitana, ed è continuato alle 19:00 con la vittoria del Napoli sul Lecce e con un altro pareggio, questa volta del Milan contro l’Empoli, ieri alle ore 21:00. La domanda che in tanti si pongono in queste ultime ore è: perché il massimo campionato italiano non scende in campo il giorno di Pasqua?
La Serie A, infatti, è l’unico torneo tra i top cinque europei a non giocare alcuna partita nella domenica di domani. Infatti Liga, Bundesliga, Ligue 1 e Premier League avranno diverse squadre protagoniste nella giornata di domani. La Serie A, invece, ha spalmato tutta la sua giornata tra ieri ed oggi, distribuendo le partite praticamente ogni due ore. Ecco il motivo.
Serie A in campo a Pasqua? L’ultima volta nel 1978
Sono passati 45 anni dall’ultima volta in cui tutta la Serie A ha giocato nella domenica di Pasqua. La data? Il 26 marzo 1978, giorno nella quale è stata giocata la 24ª giornata di campionato italiano. Queste le partite disputate:
- Atalanta-Inter 0-1
- Fiorentina-Bologna 0-0
- Foggia-Lazio 3-1
- Genoa-Juventus 2-2
- Milan-Pescara 2-0
- Roma-L.R. Vicenza 1-1
- Torino-Perugia 1-1
- Verona-Napoli 0-1
È dalla stagione 1978/79, quindi, che non si gioca più nella giornata di Pasqua, eccezion fatta per due posticipi tra 2004 e 2009, con diverse polemiche annesse.
Ecco perché non si gioca a Pasqua
Come anticipato, sono state diverse le polemiche per i due posticipi di campionato giocati a Pasqua tra il 2004 e il 2009. Come riportato da Calcioefinanza, Perugia-Inter non fu trasmessa in diretta radio su “Umbria radio”, con il vescovo di Perugia che criticò aspramente la decisione di giocare tale giorno. Non solo, l’arcivescovo di Firenze si schierò accanto al sindacato di Polizia, che aveva criticato il fatto che: “Il Dio pallone ha il sopravvento su qualsiasi festa religiosa. Per un appartenente alla Polizia di Stato di religione cattolica non è possibile santificare la Pasqua assieme alla propria famiglia”.
Gli esempi non sono finiti qua, perché in occasione di Reggina-Udinese si espose anche il portavoce dei vescovi italiani, monsignor Giorgio Costantino: “Giocare a Pasqua distrae la gente da quelli che sono i doveri del buon cristiano“, disse. Anche don Giovanni Zampaglione, guida spirituale della Reggina, disse la sua: “Non è giusto che il giorno di Pasqua si giochi una partita mentre il mondo cristiano ricorda in modo particolare la resurrezione di Cristo”. Motivi spirituali, insomma, quelli che separano il calcio italiano dalla Pasqua.