Terminati gli Europei, per il calcio italiano è di nuovo tempo di pensare al prossimo campionato. Con il sorteggio dei calendari, ha preso ufficialmente il via la stagione 2021/22. La pandemia è tutto fuorché finita ma, differentemente dalle passate due stagioni afflitte dalla crescita dei contagi, il calcio – come la società nel complesso – ora può contare su un’arma in più: i vaccini. A tal proposito, i club sperano di tornare ad ottenere gli incassi dallo stadio, la cui mancanza ha messo in ginocchio la liquidità delle società. È tornato sull’argomento il presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino, ai microfoni de Il Corriere della Sera stilando una roadmap e, al tempo stesso, parlando delle mancanze riscontrate dal precedente governo nei confronti del sistema calcio.
Dal Pino afferma: “Il calcio è uno strumento sociale imponente. Lavoriamo insieme con il governo per accelerare la campagna vaccinale e riportare la gente allo stadio. Il calcio è un settore che attrae l’interesse di 38 milioni di persone. La Lega serie A con tutti i 20 club, la Federcalcio, hanno inviato lettere alle istituzioni per chiedere il ritorno al 100% degli spettatori alle partite”.
Il presidente della Lega Serie A aggiunge: “Non è una richiesta folle: spingiamo gli italiani a vaccinarsi visto che finora solo il 45 per cento della popolazione sopra i 12 anni lo ha fatto. Il calcio è un volano sociale incredibile e nel momento in cui consentissimo ai nostri fan muniti di green pass di accedere alle tribune, forniremmo un contributo decisivo per mettere in sicurezza tutto il Paese”.
Dal Pino e il Governo Conte: “Sono costretto ad ammettere che il precedente governo ha dimostrato zero sensibilità nei confronti delle criticità avanzate dalla Lega serie A e dalla Federazione. All’epoca i rapporti erano inesistenti, ora con la sottosegretaria Vezzali sono ripresi, senza contare che nei confronti del ministro Giorgetti c’è grande apprezzamento e la figura di Mario Draghi parla da sola.
Il presidente della Lega Serie A ragiona sull’impatto economico: “Le istituzioni devono anche tenere in considerazione che il calcio è un moltiplicatore del Pil. Il successo agli Europei ha contribuito a una spinta in alto dello 0,7% del Pil. Il calcio ha una tale dimensione sociale da essere in grado di creare opportunità di business per le aziende”.
“Diciamo che la demagogia usata dal governo precedente verso il pallone ha prodotto danni – spiega Dal Pino – noi garantiamo un gettito fiscale importante, eppure da diciotto mesi le società non hanno ricavi dal botteghino e gli incassi dagli sponsor hanno subito un calo drastico: abbiamo subito perdite per 1 miliardo e 200 milioni di euro”.
“Nonostante questo, durante la pandemia abbiamo portato a termine, contro tutti, lo si riconosca, e grande merito è di Gravina, guida della Federcalcio, e dei presidenti di serie A, ma anche di B, due campionati, senza pubblico. Ora chiediamo di collaborare con le istituzioni al fine di ottenere un pacchetto di misure fiscali ad hoc, non in una logica di sussidio ma di investimento”.