Serie A al via: il Torino 2021/2022
Il 2020/21 del Torino è stato un anno travagliato, che ha prodotto infine un drammatico diciassettesimo posto con 37 punti, a sole quattro lunghezze di distanza dal terz’ultimo, il Benevento. La stagione passata si può dividere in due parti precise: la prima parte sotto la guida di Giampaolo, esonerato a metà gennaio, e la seconda sotto quella di Nicola, chiamato per cercare di risollevare una situazione di classifica che sembrava davvero preoccupante in chiave salvezza. Il tentativo di Giampaolo di impostare una struttura di partenza simile alla sua storia personale è stato messo da parte presto, e in maniera abbastanza drammatica, come ammesso dallo stesso allenatore in un’intervista rassegnata dopo il 3-3 contro il Sassuolo.
L’allenatore
L’arrivo di Juric alla guida di una squadra strutturalmente preparata per impostare una stagione sulla difesa a 3 sembra la scelta migliore, ma l’ex allenatore del Verona predilige uno stile spregiudicato, ambizioso, ben lontano dal gioco restio e passivo che ha caratterizzato la maggior parte delle partite del Torino degli ultimi anni. Il cosiddetto “tremendismo” granata è stato spesso tradotto in campo con l’immagine di una squadra prevalentemente difensiva, con fortune alterne, dai successi con Mazzarri agli equivoci successivi. Anche in questo lasso di tempo e con questa conformazione, il Torino è stata però una squadra rigida, in cui determinate funzioni in campo venivano assegnate a determinati giocatori. Non c’è mai stata, nell’ultimo periodo, una grande fluidità, né dal punto di vista difensivo né da quello offensivo. Juric, pur partendo da presupposti di aggressività e tenacia che possono già essere stati parte dei diversi progetti passati, ha delle ambizioni chiare riguardo all’occupazione del campo e alla partecipazione complessiva di tutti i giocatori di movimento in ogni situazione. Il suo stile non è solo fatto di marcature aggressive sugli appoggi e difensori che cercano l’anticipo oltre la metà campo, ma anche di scalate in avanti, scambi di posizione e compiti, riempimento abbondante dell’area. Ci sono diversi giocatori che potrebbero esaltarsi sotto questi aspetti, ma il valore aggiunto reale che può portare Juric è soprattutto a livello collettivo, rendendo il Torino un’unica entità piuttosto che un insieme di reparti.
Gli acquisti
La squadra è rimasta pressoché la stessa con l’innesto più importante che è il prestito da parte della Juventus di Marco Pjaca.
L’undici tipo
(3-4-2-1): Savic; Izzo, Bremer, Buongiorno; Singo, Lukic, Mandragora, Aina; Verdi, Pjaca, Belotti.
Gli obiettivi
Potenzialmente il Torino è una squadra che può lottare anche per un posto in Conference League. Izzo in difesa è arrivato anche a giocare in nazionale e Mandragora a centrocampo è già un giocatore navigato e esperto della Serie A, a discapito della giovane età. Belotti ha bisogno di sostegno e Pjaca può darglielo per il talento che ha. il gallo ha le capacità per ambire anche a diventare capocannoniere ma serve continuità e lucidità nei momenti difficili.