Sensi rivive il dolore dell’infortunio: “Ho sentito l’osso spezzarsi”

Momento difficile quello di Stefano Sensi, fermato dallo scorso 6 ottobre per l’ennesimo infortunio. Questa volta, però, lo stop non è stato di natura muscolare, bensì osseo. Il giocatore del Monza ha infatti riportato una frattura malleolo-peroneale e ha subìto un intervento per ridurla. Il calciatore ha voluto rivivere il momento in un’intervista al Corriere della Sera, spiegando le paure e le sensazioni, parlando anche del futuro. Ecco le sue parole.

Sensi racconta l’infortunio subìto in Monza-Verona

(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

“Più che un pianto dettato dal dolore era causato dalla paura. Avevo sentito l’osso spezzarsi, da subito ho avuto la percezione di un infortunio grave. Peraltro con tutti gli stop muscolari che ho sopportato, è il primo incidente di tale natura. A essere sincero ho temuto il peggio, non che una frattura malleolo peroneale sia un infortunio di poco conto. Non è questione di sentirsi o meno in credito con la sorte ma mi sono proprio chiesto “Perché?”, “Perché ancora a me?'”.

Il miglioramento fisico e mentale a Monza

“Guardi non è solo questione di metodologia di allenamento. È proprio cambiato radicalmente il mio approccio al lavoro. Ho mutato alimentazione, sto attento alla prevenzione e al recupero. Mi hanno aiutato i fisioterapisti ma in particolare un professionista, Samuele Fenu, che mi supporta sotto diversi aspetti, coordinandosi con le strutture del club e con Jean Pierre Meersseman. Cura anche l’aspetto mentale, che è fondamentale. Quando ti fai male spesso, anche a guarigione avvenuta, subentra il terrore di infortunarsi di nuovo. Si entra in un circolo vizioso pericoloso”.

L’origine dei guai muscolari

“L’origine dei guai muscolari? Ho smesso di cercarla. Le dico solo che voglio tornare in campo più forte di prima”.

Inter, nessun rimpianto

(Photo by Simone Arveda/Getty Images)

Non devo dimostrare nulla e non sono in cerca di rivincite. Per quest’anno l’obiettivo è fare bene a Monza: sono qui in prestito secco, a fine anno si vedrà. Ho imparato che bisogna vivere bene il presente, il futuro ne sarà poi una conseguenza. Non ho sassolini nelle scarpe da togliermi, se è quello che vuol sapere. Vivo il presente“.

Su De Zerbi e Conte

De Zerbi è il tecnico a cui sono più legato per la libertà e la disponibilità che mi ha concesso: il suo modo di giocare era perfetto per le mie caratteristiche. Ci sentiamo ancora, dal punto di vista umano e calcistico mi ha dato tantissimo. Non è un caso che la prima convocazione in Nazionale sia arrivata con lui”.

Conte? A livello tattico e di intensità mi ha consentito di fare uno step ulteriore. Ha creduto in me e non era scontato che una squadra come l’Inter andasse a comprare un centrocampista del Sassuolo”.

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Federico Draghetti