Scontri e violenze durante Padova-Catania, match d’andata della finale di Coppa Italia di Serie C: il Giudice Sportivo non fa sconti. La decisione è ufficiale.
Dopo i fattacci del match d’andata della finale di Coppa Italia Serie C tra Padova e Catania, il Giudice Sportivo non ha fatto sconti. Nella partita dello Stadio Euganeo, infatti, si sono consumati duri scontri e violenze tra le due tifoserie, che hanno provocato anche danni alla stessa struttura. Ci sono stati attimi di tensione e paura nell’intervallo del match vinto per 2-1 dai veneti martedì sera, con circa centocinquanta tifosi del Catania che sono entrati in campo andando sotto il settore dei padovani. Da lì gli scontri, contenuti solo dall’intervento repentino della Polizia, che si è poi schierata sotto il settore occupato dai tifosi siciliani.
Alcuni sostenitori del Catania sono stati portati poi in Questura, una decina gli arresti. La violenta vicenda ha provocato un ritardo di circa quattro minuti del secondo tempo e sono stati quantificati danni allo Stadio Euganeo, che ospitava la partita. A seguito dell’accaduto il Giudice Sportivo ha preso la decisione che tutti si aspettavano: si giocherà infatti a porte chiuse il match di ritorno tra Catania e Padova. Di seguito ecco tutti i dettagli e il comunicato ufficiale.
Catania-Padova si giocherà a porte chiuse. La partita di ritorno, in programma allo Stadio Massimino di Catania martedì 2 aprile, si giocherà senza pubblico. Questa è la decisione ufficiale presa dal Giudice Sportivo a seguito dei fattacci del match d’andata dello Stadio Euganeo. Inoltre al Padova andranno 5mila euro d’ammenda per i reciproci lanci di fumogeni con i tifosi ospiti, mentre di 10mila la multa per il Catania.
Il Giudice Sportivo della Lega Pro ha disposto la disputa della finale di ritorno tra Catania e Padova a porte chiuse: “Appare evidente la gravità dei comportamenti dei sostenitori del Catania. Invero, le condotte sopra riportate sono state perpetrate in violazione degli artt. 6, 25 e 26 C.G.S. e costituiscono fatti contrari alle norme in materia di ordine e di sicurezza e fatti violenti integranti pericolo per l’incolumità pubblica. Nella specie va rilevato che esse hanno determinato, anche in concreto, la ritardata ripresa del gioco dopo l’intervallo di circa 4 minuti a causa, peraltro, dell’invasione di campo da parte di un numero consistente di tifosi ospiti. Inoltre, hanno rappresentato un rilevante rischio per l’incolumità dei tesserati e dei tifosi e degli addetti ai servizi (considerate le modalità dei lanci effettuati in reciproco danno dalle due tifoserie) e hanno provocato danni all’impianto sportivo”.