Sassuolo, Scamacca: “La gente punta il dito in modo superficiale”

Gianluca Scamacca

Imago/OneFootball

Gianluca Scamacca, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato a lungo di sé. Non è mancato un accenno ai suoi obiettivi per il futuro e alle etichette, secondo lui sbagliate, che la maggior parte delle persone cerca di attribuirgli. La definizione di ‘predestinato‘, a lui, non è mai piaciuta: “Dà l’idea di chi le cose le ha ottenute per grazia ricevuta e io invece me le sono sudate tutte, con il lavoro, la costanza, il sacrificio, le scelte anche difficili. Sono nato in un quartiere popolare, Fidene. Per me non è mai stato semplice, glielo assicuro“.

Ha poi continuato, facendo riferimento all’etichetta di ‘bad boy‘ che gli è stata da subito attribuita: “Per un periodo mi hanno appiccicato addosso questa etichetta e non so perché. Ma a me sinceramente non è mai fregato molto di certi giudizi di chi neanche ti conosce. So chi sono e soprattutto lo sanno le persone con cui mi sono rapportato ogni giorno in questi anni. Sono un ragazzo semplicissimo. Mi piacciono i tatuaggi è vero, che problema c’è? Non penso sia giusto giudicare un libro solo dalla copertina… La gente punta il dito in modo superficiale, io ho le spalle larghe e me ne frego, ma c’è chi invece ci soffre e non è giusto. Non sono un bad boy, mai stato, ma in campo mi piace farmi rispettare, quello sì“.

Il rapporto con il padre e le aspettative per il futuro.

L’attaccante fa anche un rapido accenno a suo padre, in riferimento anche a quanto accaduto qualche mese fa: “Vorrei essere giudicato per quello che faccio in campo. Non c’entravo nulla con quella storia. I rapporti familiari possono essere molto difficili a volte, ma non voglio parlarne. Fa parte della sfera privata, chiedo solo che venga rispettata“.

L’Italia per cui sogna di giocare ancora, ciò che è stato conquistato pochi mesi fa in Europa e ciò che si aspetta per i Mondiali, Scamacca parla di tutto questo così: “Euro2020? E’ stato magico. Io ho fatto tutte le trafile nelle Under e so cosa significa vestire la maglia azzurra. Questa vittoria è stata una rinascita del nostro calcio e un grande stimolo per tutti. Mondiali? Calma… Se dicessi che non ci penso sarei bugiardo, ma io sono nell’Under 21. Un passo alla volta. Però se disputerò la stagione che ho in mente, l’occasione arriverà. Lavorerò e mi impegnerò più che posso e vedremo cosa accadrà“.