Sassuolo, Dionisi: “Scamacca e Berardi potrebbero lasciarci”

Sassuolo, Dionisi: “Scamacca e Berardi potrebbero lasciarci”

(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)

L’allenatore del Sassuolo, Alessio Dionisi, è stato ospite negli studi di SkySport, nel corso della trasmissione l’Originale. Il tecnico dei neroverdi ha parlato dei gioielli della squadra e della concreta possibilità di un loro addio, sottolineando le loro grandi potenzialità. Ecco le sue dichiarazioni, riportate da TMW.

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Sassuolo, le parole di Dionisi su Scamacca, Raspadori e Berardi

Sulla trasmissione
“Quando vi vedevo in tv, mai avrei pensato di venire qua come ospite. Qui al centro non l’avrei pensato. Il fuoco dell’allenatore? Lo lascio dire agli altri, non lo so. Uno quando fa una cosa cerca di farlo al meglio e al massimo, poi il futuro degli allenatori lo determinano i giocatori…”.

Sul possibile addio di Berardi
Come la prendo? Secondo te? La si mette in conto, quando si allenano giocatori bravi, la possibilità di non allenarli più c’è, l’ho messa in conto sul finire della stagione, poi vediamo”.

Su Scamacca
“E un giocatore forte che ha dimostrato di meritarsi la vetrina che sta ricevendo. Spero di godermelo ma come ho detto prima per Berardi…Qual è la sua forza? Ha tiro, è rapido ed è tecnico: è 1 metro e 95, è rapido. Sicuramente ha ancora margine di miglioramento, ha 23 anni. Io spero di allenarlo ancora.”

Sul cosa chiede ad un attaccante
“Cosa chiedo a un centravanti? Di segnare? Quello tutti…Gli chiedo di legare il gioco, essere utile alla squadra, e farsi trovare in area, sta diventando cosa poco comune che l’attaccante si faccia trovare pronto in area. Ora diventa importante giocare spalle alla porta, molte squadre non ti permettono di giocare con tranquillità e dunque avere un giocatore avanti da trovare…”

La sua innovazione tattica più importante?
“Qual è l’innovazione più importante degli ultimi 2 anni? Risposta difficile da dare. Questa cosa del possesso non dico che sia superata ma ogni squadra prova a giocare con la propria identità. La cosa che sta cambiando è il pressing ultraoffensivo che fanno quasi tutti per mascherare qualche difetto a volta, squadre si muovono di conseguenza alla palla e muovere i giocatori porta ad essere meno prevedibili. Mio padre ha marcato Maradona? Io ero appena nato. Mio padre l’ha parafrasata 1.500 volte, bei ricordi”.

Su Raspadori
“Sono convinto che possa fare due ruoli. Quest’anno ha fatto più la seconda punta o il trequartista vero e proprio. Lo ha fatto alla sua maniera. È dotato di un’intelligenza superiore alla media, oltre alle doti tecniche”.