San Siro, la petizione per la ristrutturazione arriva al Parlamento Europeo
Il caso San Siro sbarca al Parlamento europeo a Bruxelles. A portare l’attenzione delle istituzioni continentali sullo stadio è stato il Coordinamento San Siro. Si tratta di un comitato di cittadini che da anni si batte contro la decisione del Comune di Milano di avallare il progetto urbanistico voluto dai due club.
“Accettata con votazione unanime la procedura d’urgenza per discutere della petizione a sostegno della ristrutturazione dello stadio Meazza a San Siro da parte della Commissione Europea. La discussione in Parlamento potrebbe essere calendarizzata già per marzo o aprile”.
La petizione del Comitato coordinamento San Siro
La petizione “In difesa dello stadio pubblico Meazza a San Siro” fu inoltrata dal comitato alla Commissione Europea a dicembre ed era stata presentata richiesta di una procedura d’urgenza per trattare il tema dall’europarlamentare Eleonora Evi. Ora accettata.
Il commento della presidente Gabriella Bruschi
Gabriella Bruschi, presidente del Comitato coordinamento San Siro, ha commentato così la questione “una bella notizia. Ancor più perché è stata una votazione unanime. Dimostrazione che la questione stadio non è solo una storia di un quartiere e nemmeno di una sola città, bensì internazionale. Si può ristrutturare e ammodernare alla grande, mantenendo le sue caratteristiche iconiche. In questo modo non c’è necessità di costruire un nuovo stadio e distruggere il verde esistente”.
Bruschi ha aggiunto: “è di questi giorni peraltro la certificazione di idoneità dello stadio Meazza per altri 10 anni, avendo superato i recenti collaudi“.
Gli ingegneri Riccardo Aceti e Nicola Magistretti hanno depositato in Comune il loro progetto di ristrutturazione dello stadio esistente, “il quale prevede la sostituzione del terzo anello con una straordinaria Galleria panoramica all’altezza di 45 metri. Ci saranno spazi fino a 30mila metri quadri utilizzabili per servizi, intrattenimento e sport”.
Parola all’europarlamentare Evi
L’europarlamentare Evi ha aggiunto: “costruire quell’opera mastodontica significherebbe sostenere un enorme processo di cementificazione e perdere un’area verde di oltre cinque ettari”. Con la petizione si richiede la tutela di un’opera pubblica evidenziando il valore storico e architettonico, l’importanza antropologica e la rilevanza paesaggistica del Meazza.