Sampdoria, le prime parole di Stankovic: “Ci sarà da soffrire”
Prime parole di Dejan Stankovic da tecnico della Sampdoria. Dopo la prima veloce presentazione su Instagram, il serbo parla al canale ufficiale YouTube dei blucerchiati. L’ex centrocampista di Lazio e Inter eredita una situazione tutt’altro che agevole dopo l’esonero di Marco Giampaolo scaturito dal pesante ko interno con il Monza.
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— U.C. Sampdoria (@sampdoria) October 6, 2022
Sampdoria, Stankovic: “Sono venuto per il club, non per la posizione in classifica”
Lunga intervista sul canal YouTube ufficiale del club per Dejan Stankovic. Il nuovo tecnico della Sampdoria ha analizzato nel dettaglio tutta la situazione – parole riportate da TMW -: “Non sono venuto per i due punti e la posizione in classifica. Io sono venuto per la Sampdoria. In Serbia siamo cresciuti guardando la Sampdoria. Prima con Vujadin Boskov, dopo con Mihajlovic e Jugovic e infine con Sinisa in panchina seguendo anche il cammino in Coppa dei Campioni. Peccato non potevo fare il raccattapalle perché quella partita con la Stella Rossa si è giocata a Sofia. E lì noi siamo cresciuti con la Sampdoria“.
Con qualche ex Doriano c’è stato un contatto: “Ho sentito Attilio Lombardo. E’ una persona spettacolare. Ho sentito Viviano, ho visto Angelo Palombo. Mancini non l’ho sentito ma ho visto suo figlio l’altro giorno. Ho parlato anche con Sinisa Mihajlovic. Lui quando è arrivato aveva più o meno l’età mia, 44-45 anni, insieme a Nenad Sakic che ha vissuto come giocatore e come vice-allenatore, ora è la terza volta che ritorna. Mi auguro che possa avere i successi come quando era vice con Sinisa: prima ha salvato la squadra e poi ha fatto un upgrade ed è migliorato molto. A noi basta solo lavorare. Nenad è una grandissima persona e sono sicuro mi darà una grossissima mano“.
Parola d’ordine, sofferenza
La strada è tracciata: “L’unica cosa sicura è che ci sarà sofferenza anche questa volta. Ma chi non sa soffrire e non sa neanche gioire e vincere. Ho visto la squadra. Materiale c’è ma dobbiamo cambiare la mentalità. Ci sono modi e modi per perdere una partita. Devo essere sincero, senza permettermi di giudicare nessun lavoro, ma ho visto l’ultima partita e l’atteggiamento non è piaciuto. Non dobbiamo spaventarci dalla forza che ci attacca. Dobbiamo sapere cosa andiamo a difendere. Perché l’orgoglio è importante è non ha prezzo. Io sono molto fiducioso. Non faccio promesse ma voglio lavorare. Voglio trasmettere tutto quell’entusiasmo che ho dentro, tutta quella forza e cattiveria agonistica che ho dentro perché ogni tanto lo specchio della squadra può essere lo specchio del carattere del proprio allenatore. Dobbiamo responsabilizzarci e i risultati arriveranno“.