Anche ieri il giovane Mikkel Damsgaard si è preso la scena: non solo giocate di classe pura fuori dal normale, ma anche una rete importante per sbloccare la partita. Una segnatura semplicissima per uno come lui, ma che conferma un senso spiccato del gol.
Nella specifica occasione del gol di ieri il danese ha mostrato di saper attaccare molto bene anche gli spazi e la profondità, pur non amando ovviamente il gioco verticale. Non è un calciatore lento come si può pensare, soprattutto palla al piede. La qualità che ha nel gestire il pallone è quella dei più grandi e ciò sta emergendo partita dopo partita.
Inoltre è un calciatore estremamente duttile: arrivato in estate dal Nordjaelland per quasi 7 milioni di euro, è approdato all’ombra del Ferraris come un giocatore completo e capace di giocare praticamente ovunque. Nella scorsa stagione, in Danimarca, ha agito sia da ala sinistra che da mezz’ala, ma anche da falso nueve e trequartista. Alla Sampdoria adesso sta svolgendo stabilmente il ruolo di esterno sinistro nel 4-4-2 di Ranieri: l’ex tecnico del Leicester l’ha impiegato lì nelle ultime due facendolo slittare da sinistra a destra durante il match anche per non far rimpiangere l’assenza di Candreva. Damsgaard e Jankto stanno vivendo un momento di forma importante e scambiandosi spesso di posizione riescono anche a non dare punti di riferimento agli avversari.
Con il ritorno di Candreva non è da escludere che Damsgaard possa trovare spazio in altre posizioni: la prima che ci viene in mente è quella di trequartista centrale alle spalle di Quagliarella, ruolo che nell’ultimo periodo sta facendo Verre. Complice la duttilità dell’ex Verona, che potrebbe scalare in mediana, l’assenza di Gabbiadini e la forma non eccelsa di Keita, il piccolo norvegese classe 2000 potrebbe assestarsi in questa nuova posizione.
I numeri non gli mancano assolutamente: in 12 partite alla sua prima stagione di Serie A ha già messo a segno 2 gol e collezionato 2 assist, contando che di queste 12 partite ha giocato da titolare in 6 occasioni. Di conseguenza le statistiche sono ottime, per 20enne danese alla prima esperienza in Italia, e possono solo migliorare.