Salernitana, Iervolino spiega il ritorno di Nicola: “È stato un atto di fede”

Salernitana, Iervolino spiega il ritorno di Nicola: “È stato un atto di fede”

(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

A poche ore dall’esonero, Danilo Iervolino, nella giornata di oggi, ha optato per il ritorno sulla panchina della Salernitana di Davide Nicola. Il tecnico era stato costretto ad abbandonare i granata dopo la catastrofica sconfitta per 8-2 contro l’Atalanta. Il presidente dei campani ha spiegato da pochi minuti i motivi del ritorno di Nicola sulla panchina della Salernitana. Ecco le sue parole riportate da Gianluca Di Marzio.

Le parole di Iervolino sul ritorno di Nicola

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Sulla disfatta con l’Atalanta

Era doveroso fare chiarezza per dare un messaggio alla città e ai tifosi. In questi mesi si è acuito all’interno del management della Salernitana. Era un problema. La squadra è stata costruita bene ma soffre di una mancanza di concentrazione e fisicità. Abbiamo avuto delle visioni ma sono state convergenti, poi abbiamo perso contro l’Atalanta 82. Un’imbarcata che non succedeva da 20 anni. E’ successo al PSG, alla Roma, ma quello che ci ha preoccupato è che è mancata la voglia di combattere. Una disfatta“.

Il momento della drastica scelta

Mi sono sentito in dovere di cambiare. Cosa? Si cambia il progetto tecnico, ovvero il mister, una persona che io stimo tantissimo. Il nostro progetto è ambizioso e si sono offerti a noi circa un centinaio di allenatori. Abbiamo ipotizzato un identikit e insieme al direttore sportivo avevamo iniziato dei colloqui. Senza ansie, ma solo per il meglio della società”.

La scelta di richiamare Nicola in panchina

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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Ieri è successa una cosa unica nel mondo del calcio. Io e il mister ci siamo sentiti attraverso il direttore sportivo De Sanctis, che ha parlato benissimo di lui. Il mister voleva tornare subito ad allenare, ha ammesso i suoi errori e quanto ami la città e la piazza. Una persona ti manca solo quando la perdi. Solo così avremmo potuto raggiungere un chiarimento. Per il bene della società, dei calciatori e di tutto è giusto che il mister abbia un’altra chance, con l’impegno che la squadra non debba mai più subire una mortificazione come quella subita a Bergamo”.

Gli obiettivi del club

“Il gioco è importante e poi ci sono i risultati. Ma vanno comparati con le altre squadre. Dopo la partita contro la Juve dovremmo avere un calendario più tranquillo, ma mi auguro di fare punti anche nelle prossime tre partite. Nicola mi ha chiesto un atto di fede e di coraggio. Dividerei gli obiettivi in due livelli. Come minimo rimanere in Serie A. Mi sono impegnato per far sì che accada. Il secondo obiettivo è fare un bel gioco e valorizzare i giovani, scalando così la classifica”.

Su Sabatini e De Sanctis

Quando le nostre strade si sono separate ci siamo lasciati benissimo. A distanza di 15 giorni ci siamo sentiti e abbiamo stemperato. Abbiamo un rapporto autentico, straordinario. De Sanctis? Lo devo difendere di più, un po’ con tutti. Abbiamo fatto una grande squadra, ricca di campioni. Ha tutta la mia fiducia, non facciamo l’errore di criticarlo. Non è un capo espiatorio. La squadra è stata costruita per il modulo di Nicola, per Nicola. Potevamo fare meglio? Forse, ma le critiche non devono essere prese di posizione aggressive”.