Salary cap, Calcagno: “Stipendi non sono l’unico problema”
Il neopresidente dell’AIC – Associazione Italiana Calciatori, Umberto Calcagno, eletto pochi giorni fa, è intervenuto ai microfoni di Rai Sport per parlare di diversi temi..
Iniziando dal tema degli stipendi. “Non c’è calciatore che in questa fase di emergenza non abbia rinunciato a qualcosa. Abbiamo fatto la nostra parte siamo e disponibili a farla. L’importante è che si capisca che i ragionamenti di sistema non devono essere figli della COVID-19″, afferma Calcagno.
“Parlando solo di stipendi non si affrontano i problemi veri, che sono sul tavolo da anni. Il nostro sistema è indietro rispetto gli altri. Dobbiamo sfruttare questa occasione per fare nuove riforme. Il nostro sistema ha avuto una crescita insostenibile negli ultimi anni ed è un peccato perché credo ci siano prospettive interessanti per i diritti televisivi da sfruttare nei prossimi mesi. Ci dovrà essere una redistribuzione delle risorse e un sistema solidaristico diverso“.
L’altro tema in voga negli ultimi giorni è quello del salary cap. “Gli ingaggi non sono un problema. Il salary cap non ha risolto i problemi in Serie B, quando era stato introdotto, e ha creato storture forti. Anche perché i calciatori di un certo livello hanno pure contratti per sfruttamento immagine e questa, col salary cap, non è la strada giusta“.
Poi Calcagno si è soffermato sul percorso appena iniziato alla guida dell’AIC. “La prima proposta che faremo come AIC? Vogliamo dare significato alla sostenibilità e alla riforma dei campionati. Noi vogliamo recitare la nostra parte. I dati sui contratti testimoniano quanto i calciatori abbiamo fatto sulla ripartenza, molti giocano ogni tre giorni. Se abbiamo un candidato per l’elezione del presidente Figc di febbraio? In questo momento possiamo immaginare solo percorsi da costruire. Con Albertini e Tommasi, purtroppo, nonostante le buone idee non siamo riusciti ad aggregare consenso“.