Nella vita di Walter Sabatini ex Direttore Sportivo di Roma e Inter , non c’è solo la polemica ed inaspettata fine dell’ultima esperienza al Bologna di Joe Saputo. Purtroppo per lui ci sono stati anche seri problemi di salute. Infatti Sabatini si definisce un sopravvissuto, ed è impossibile dargli torto, visto lo stato di coma che ha vissuto. Dopo esser stato ricoverato, è alle prese con un periodo di convalescenza, che lui stesso definisce al Corriere dello Sport: “Nero, insofferente. Devo tornare presto, il prima possibile, emigrando all’estero se serve, andrei anche in Belgio”. – continua – “Sono insonne, penso, leggo molto, mi agito, scrivo messaggi a chiunque, anche sapendo che non mi rispondono“.
Insomma che Walter sia un uragano è noto a tutti tanto che sulla fine del suo lavoro a Bologna, sembra frutto di una parola di troppo tra il dirigente e il presidente e lui non sembra smentire: “A me basta poco. una parola, ma anche un’occhiata sbagliata. Sono fatto così, mi accendo. Ho capito che dietro quella parola di Saputo c’era una delusione e sono passato all’atto“. – ancora- “C’è stato un corto circuito. Ho solo scritto a Saputo dopo una brutta sconfitta in casa, dicendo che ero a disposizione per qualunque scelta volesse prendere“. – la mattina l’ha presa – “E’ meglio che le nostre strade si dividano, cosi mi ha detto“.
“Improbabile. Io non ho bisogno di tornare al Bologna, il mio sogno è pacificarmi con me stesso, tornare a praticare l’idea del calcio che ho in testa, ovunque questo sarà possibile”. – l’addio del Bologna – “Mi duole fortemente. Mi mancano il club e la città. Il Covid rischiava di uccidere uno nelle mie condizioni e Bologna mi ha protetto in tutti i modi, con un cordone sanitario e affettivo straordinari“.
“E’ un uomo insospettabilmente sensibile e tenero, ma è ancora in fase di maturazione. Deve mettere a fuoco le sue priorità. Ci deve lavorare sopra“. – sarebbe a dire? – “Quella di diventare un grande allenatore, non un allenatore invischiato in troppi luoghi comuni. Ha tutte le risorse intellettuali e di esperienza per scappare dai suoi clichè e diventare un grande. Un grande allenatore non ha bisogno di scenate, ma di dire cose, contenuti”.
“Ho fatto una grande cagata che un professionista non può fare per nessun motivo. Non mi perdonerò mai. Non mi sono mai perdonato nulla, ma questo meno che mai”. – Dzeko nerazzurro – “Un effetto bruttissimo. Da star male”.
Giovedì scorso la Roma di Mourinho è caduta bruscamente in Norvegia, e Sabatini commenta cosi: “Un incidente frontale. Una squadra pronta per giocare quella partita contro una squadra non pronta. Con quel freddo, quel vento su un campo sintetico. E’ durissima. Loro sapevano cosa fare, la Roma no. Evidente che ha preso sottogamba il problema. Non sapevano proprio dove si trovavano“. – Mou continua a evidenziare come abbia pochi titolari a disposizione – “Considero un errore averlo sottolineato così tante volte. Era un messaggio che voleva mandare alla società. Non giustifica il risultato ma lo spiega in parte“.
“Lui è il più grande di tutti, la follia lo aiuta. Ha in testa e canta gli inni dei tifosi del Napoli, sta cercando di costruire un sentimento potente che consenta di superare i momenti difficili che comunque ci saranno. Vincerà, anche se tutti a Napoli a cominciare da lui si toccheranno“. – Mou contro Spalletti – “Scontro titanico, anche s i due si rispettano molto. Quello della Roma lo considero un incidente id percorso, il rischio è che i giocatori del Napoli credano di poterli sbranare, ma Luciano non glielo permetterà. Se la Roma dovesse andare in vantaggio loro sono maestri nel difendere e ripartire“. – Osimhen – “Fa tutto, segna in ogni modo, è inarrestabile. Si precipita su pallonate impossibili e le fa sue. Oggi, tra Mbappè e Osimhen io mi prendo Osimhen“