Ronaldo ai Mondiali del 2002

Lo abbiamo celebrato qualche giorno fa, nel giorno della sua nascita, il 18 settembre, a Rio de Janeiro. Ma il Fenomeno, da sempre, ha indicato il 22 settembre come data del suo compleanno. Ed il motivo è piuttosto semplice: la madre ha registrato la sua nascita all’anagrafe solo quattro giorni dopo.

Un ritardo che, di sicuro, non ha mai avuto in campo. Arrivato a 17 anni al Cruzerio, uno dei club più prestigiosi del Brasile, l’anno successivo sbarca in Europa. A puntare su di lui, gli olandesi del PSV: in due anni mette a segno 42 reti in 46 presenze. Abbastanza da convincere i dirigenti del Barcellona ad acquistarlo, ma in blaugrana resterà una sola stagione, condita da 34 reti in 37 partite.

Nell’estate del 1997 è l’Inter di Moratti a pagare la costosissima clausola rescissoria, almeno per gli standard dell’epoca: 48 miliardi di lire. In nerazzurro resterà fino al 2002, tra tanti infortuni e poche soddisfazioni. L’apice, nella prima stagione, con la vittoria della Coppa Uefa e del Pallone d’Oro.

La delusione per lo scudetto sfumato all’ultima giornata del Campionato 2001/2002 lo spinge ad accettare la corte del Real Madrid. Con i Blancos, in cinque stagioni, non tornerà mai al calcio con cui aveva abbagliato il mondo, mettendo in bacheca solo una Liga.

Torna in Italia, per una breve parentesi in maglia Milan, nella stagione 2007/2008, ma è il canto del cigno di una carriera che Ronnie chiuderà in patria, al Corinthias, dove tra il 2009 e il 2011 scende in campo appena 31 volte.

Gli va molto meglio con la Nazionale Verdeoro: nel 1994 in Usa vince il Mondiale, seppure da giovanissimo comprimario; nel 1998 arriva in finale, da assoluto protagonista, ma in Francia hanno la meglio i padroni di casa; nel 2002 trascina il Brasile alla vittoria, con una doppietta in finale contro la Germania che gli vale il secondo Pallone d’Oro.