Ronaldo e il demone della depressione: “Faccio terapia da due anni”
Una lunga confessione, quasi uno sfogo, quello di Ronaldo il Fenomeno, che ha parlato ai microfoni di Marca di un tema molto delicato: la depressione. Il campione brasiliano si è lasciato andare in occasione della presentazione del nuovo docufilm sulla sua vita, parlando anche della sua salute mentale. Ecco le sue parole riportate dalla Gazzetta dello Sport.
The official trailer for The Phenomenon: The Rise, Fall & Redemption of Ronaldo is finally here!
I hope fans love watching it as much as I enjoyed making it.
Stay tuned for more details 👀 pic.twitter.com/8Gj7jbK7EE
— Ronaldo Nazário (@Ronaldo) October 3, 2022
Ronaldo e la depressione: lo sfogo
“Sì, oggi faccio terapia. Sono passati due anni e mezzo e capisco molto meglio anche quello che avevo provato prima. Vengo da una generazione in cui eri gettato nella mischia e dovevi cavartela al meglio senza la minima possibilità di chiedere aiuto. Guardo indietro e vedo che sì, siamo stati esposti a uno stress mentale molto, molto grande e senza alcuna preparazione per questo. Anche perché non c’era alcuna preoccupazione per la salute mentale dei giocatori. Oggi sono preparati molto di più, ricevono le cure mediche necessarie anche per affrontare la giornata e i giocatori vengono studiati di più: i profili di ciascuno, come reagiscono, come dovrebbero reagire… Ai miei tempi non c’era niente di questo. Si sa da una vita che il calcio può essere fonte di grande stress ed avere un peso enorme nel resto dell’esistenza di un calciatore”.
L’importanza di chiedere aiuto
Nell’epoca di R9, le assistenze per la salute mentale dei calciatori era minima, quasi inesistente. La possibilità di chiedere aiuto, dunque, era ridotta ai minimi termini. “La realtà è che non sapevamo nemmeno che esistesse questo tipo di problema. Questo argomento è stato assolutamente ignorato dalla nostra generazione. Molti, ovviamente, hanno attraversato momenti terribili, anche di depressione, per mancanza di privacy, mancanza di libertà… È vero che i problemi erano molto evidenti, ma le soluzioni non erano subito disponibili”.