Roma, Tiago Pinto: “Non parlo del rinnovo, sul mercato…”
Il general manager della Roma, Tiago Pinto, ha rilasciato alcune dichiarazioni a margine dell’evento Social Football Summit allo Stadio Olimpico.
In questi giorni si sta svolgendo allo Stadio Olimpico di Roma l’evento Social Football Summit, una rassegna che ospita alcune tra le più importanti personalità del mondo del calcio, e che interessa particolarmente ai tifosi della Roma. Il motivo è presto detto, la presenza di José Mourinho e Tiago Pinto nell’impianto capitolino ha permesso ai supporters giallorossi di avere qualche informazione in più sul futuro direttamente dai diretti interessati.
Lo Special One ha rilasciato un’intervista alla Rai, trasmessa nella serata di ieri al Tg1 e completata poi venerdì nello spazio Tv7. Il general manager della Roma è intervenuto direttamente dal Social Football Summit, dove ha espresso le proprie considerazioni in merito alla situazione attuale del club. Di seguito le sue parole raccolte da TMW.
Le parole di Tiago Pinto: “Una Roma B non mi convince, Dybala e Lukaku grandi operazioni”
“Chi vuole svolgere il lavoro del direttore sportivo oggi deve avere delle capacità diversificate, io seguo tutto della Roma, ma non posso fare tutto da solo. La decisione migliore che ho preso è stata quella di affidare il settore femminile a Betty Bavagnoli e i risultati sono cambiati tanto rispetto a quando sono arrivato io. Il settore giovanile è sempre una risorsa importante, soprattutto nei rapporti con la prima squadra. Il nostro ha sempre prodotto tanti giocatori, ma non è scontato che poi esordiscano in così tanti, Mourinho ha saputo aprirgli le porte“
“Ho dei dubbi rispetto alla funzionalità delle squadre B in Italia, c’è un regolamento diverso rispetto al Portogallo. Per farle crescere bisogna investire tanti soldi e non ci sono certezze che la squadra poi avanzi e ti permetta di posticipare l’uscita dei calciatori. Ci stiamo ragionando su, ma non sono ancora totalmente convinto che una squadra B possa essere importante in questo momento”.
“Il nostro reparto scouting divide i calciatori in quattro categorie, i giocatori A ovvero i top, quelli B che sono i potenziali titolari, la C contrassegna quelli che sono da valutare e la D indica quei profili che non servono alla Roma. Il 90% degli obiettivi A noi non possiamo permetterceli, ma poi arrivano situazioni come quelle di Dybala e Lukaku in cui siamo stati più bravi. Se avessimo lottato con i club che inizialmente erano interessati a loro non li avremmo mai presi, abbiamo sfruttato bene le tempistiche. Abbiamo chiuso entrambe le operazioni in 5 giorni di lavoro”.
“Arabia Saudita? Non è soltanto un fattore sociale ed economico, ma nessuno negli anni novanta si lamentava quando era la Serie A a prendere i migliori giocatori al mondo. Anche la Premier League ha fatto lo stesso, quindi il movimento arabo mi sembra normale. Se sarò a Roma l’anno prossimo? Non è importante ora, ne parlo soltanto internamente. Dal punto di vista della strategia stiamo facendo un lavoro molto importante, la Roma e il futuro sono le cose che contano di più”.