Roma, Mancini sicuro: “Obiettivo Champions League”
“É un periodo difficile per tutti, nel mondo del calcio e nel mondo reale, dove tante persone non ci sono più”. Esordisce così Gianluca Mancini nella lunga intervista concessa al Corriere Dello Sport, in cui affronta diversi temi a tinte giallorosse.
Il difensore della Roma racconta il particolare momento del mondo calcistico, tra tamponi, regole e controlli continui. “Il mese scorso prima di andare in Nazionale avevamo fatto un centinaio di tamponi ed altrettanti in quest’ultimo mese. La Roma è organizzatissima e questo è un motivo in più per essere fiero di giocare per questo club“.
Il deserto degli stadi, però, fa male. “Le prime partite sono state bruttissime. Ci mancava quel qualcosa in più che ti trasmettono i tifosi. Poi col tempo ci siamo abituati, ma lo spettacolo è diverso. Fermarsi però sarebbe un problema, soprattutto per gli altri campionati che sono più in difficoltà. Quando a Marzo ci hanno fermati molti club hanno rischiato il fallimento“.
Poi si passa al calcio giocato. Un avvio complicato per la Roma, che nelle ultime partite ha ritrovato la retta via. “Il terzo posto ha un valore importante. Lo scorso anno siamo partiti benissimo, ma a gennaio abbiamo avuto un blackout incomprensibile, per poi concludere il campionato in crescendo. Quest’anno abbiamo più consapevolezza e più sicurezza“.
“Sono arrivati giocatori importanti” – continua Mancini – “che ci hanno migliorato. Chris (Smalling, ndr) non lo scopro io: il suo ritorno è stato importante per noi più giovani. Da qui a dicembre ci attendono dieci partite che ci aiuteranno a capire dove possiamo arrivare“.
Ventiquattro anni per Mancini, ma già ottanta presenze in Serie A, tanto che Paulo Fonseca lo considera uno dei leader della squadra. “Mi fa piacere che mi riconosca questa qualità, anche se non mi considero un veterano. Ho dei comportamenti che da sempre fanno parte del mio modo di essere calciatore: a Perugia e Firenze dicevano che ero una radio in campo, ma la comunicazione è importante. In campo non esiste un’età però se fuori parlano giocatori come Dzeko, Pedro, Mkhitaryan, Smalling è giusto ascoltarli. Io cerco sempre di migliorarmi e di dare il massimo, per me e per i miei compagni“.
Ne è un esempio il “rimprovero” a Zaniolo in un Roma-Verona di qualche mese fa. “Nicolò lo conosco dai tempi della Fiorentina ed è un fratello minore per me. In quella partita ho sicuramente sbagliato a riprenderlo davanti alle telecamere: era reduce da un infortunio ed era entrato male in partita. Gli ho detto quello che pensavo, ma poi è finita lì. Ora ci manca tantissimo un giocatore dalle sue qualità: lo aspettiamo a braccia aperte“.
Infinte, capitoloobiettivi. “É un campionato strano, che sarà deciso da infortuni e covid. Il nostro obiettivo è fare bene ogni partita e restare tra le prime quattro per qualificarci alla Champions League. Sarà importante stare sempre sul pezzo“.