Claudio Ranieri è il nuovo allenatore della Roma, con il neo tecnico giallorosso che torna per la terza volta sulla panchina dei capitolini. Una scelta di cuore e affetto quella del classe 1953, che nel giugno scorso aveva annunciato l’addio al calcio.
Oggi è ufficialmente partito il Ranieri Ter in casa Roma. Il nuovo allenatore giallorosso è intervenuto in data odierna in conferenza stampa per presentarsi nuovamente e per la terza volta in carriera, come guida tecnica della squadra dopo l’esonero di Juric. La missione di Ranieri è quella di provare a risollevare una stagione per ora altamente deludente per la Roma e soprattutto rivitalizzare un ambiente spento e arrabbiato dopo i recenti risultati.
“Prima di tutto voglio mettere in chiaro una cosa. Io avevo smesso di allenare e devo dire che ho avuto più richieste in questi mesi dove mi ero ritirato che quando ho vinto la Premier League con il Leicester. E ho sempre detto di no. Solo in due casi avrei accettato di tornare ad allenare: o per la Roma o per il Cagliari. Ero convinto di lasciare, ma il fato ha voluto che dovessi tornare a casa. Il fato ha voluto così. Ho iniziato da giocatore nella Roma, finirò come allenatore/dirgente“.
“Io ho sempre parlato in faccia a tutti i miei presidenti e io ho detto tutte le cose che non mi sono piaciute in questi mesi della Roma. E devo dire che Dan Friedkin mi ha lasciato a bocca aperta per le cose che ha detto e per il bene che vuole a questa sqaudra, a questo club e a questa città. Mi diceva che era triste di vedere che le cose non andavano, di aver speso tanti soldi e di non essere riuscito a fare quello che voleva. Ora tocca a me, e spero che con la mia esperienza e con il mio modo di fare mi auguro di riuscire nel mio mandato“.
“Tutti quanti lavorano per il bene della Roma, tutti quanti stiamo lavorando per portare la Roma dove merita e dove deve stare e dove i nostri tifosi sognano di essere. Dan Friedkin ama la città, certo ora è scioccato perché ha speso molto e i risultati non sono arrivati. Qualcosa sarà andato storto sicuramente, speriamo che ora le cose vadano per il verso giusto: me lo auguro come tifoso e come allenatore e come uomo che deve aiutare per far sì che le cose funzionino nel verso giusto“.
“Io credo che ormai non ci sia un sistema base nemmeno per le squadre che hanno lo stesso allenatore da molto, ormai tutti i tecnici cercano di apportare delle modifiche all’interno della partita per stravolgere i piani dell’avversario. Quindi ora non so dirvi come giocherò e con quale modulo. Io devo vedere inanzitutto chi è in forma e poi sceglierò se giocheremo a tre, a quattro o a cinque. Non è questione di moduli, ma di giocatori che vogliono dare tutto“.
“In questo momento vorrei chiedere ai nostri tifosi di starci vicino. Giocare a casa propria con il pubblico che ti fischia è la cosa più difficile che ci possa essere. La squadra si è sempre impegnata, ma le cose non venivano. Sfortuna? Non lo so, ma penso che bisogna lavorare e poi la fortuna girerà dalla tua parte. Voglio un ambiente coeso: pubblico, club e giocatori. Mi sento di promettere ai tifosi e a me stesso che lasceremo tutto in campo“.
“L’obiettivo specifico ora non c’è, il nostro obiettivo è fare il massimo in tutte le partite possibili. So delle difficoltà ma voglio restare positivo, l’importante è dare tutto in campo. Ci sono tifosi che fanno trasferte lunghissime e che fa sacrifici enormi. E noi quando andiamo in campo dobbiamo sentire anche questo. Il mio ruolo da dirigente sarà stare vicino alla Famiglia Friedkin e di fare tutto quanto assieme. Decideremo per il meglio della Roma, cercando di fare meno errori possibili“.
“I Friedkin stanno facendo cose importanti, ma è ovviamente la squadra la cosa principale. E il presidente vuole che la Roma sia conosciuta bene anche dal punto di vista calcistico“.
“Io non sono chiuso a nulla. Ora la cosa principale è riportare la squadra in alto. Poi sicuramente parleremo anche con Totti, se ci può dare una mano vedremo quello che ci potrà dare. Non siamo chiusi a nulla, questo non significa che lui possa ritornare“.
“Non ho fatto richieste di mercato. Voglio prima conoscere la rosa e i giocatori e toccare con mano quello che questo gruppo mi può dare. La Roma ha preso molti giovani validi, ma vanno inseriti in un contesto solido che per ora non c’è stato. Vedremo poi se ci sarà da fare qualcosa, sicuramente mi accontenteranno“.
“Io ho letto le critiche ad alcuni giocatori importanti. Io li vedevo correre come matti forse male, ma correvano e si impegnavano. Il cuore c’è l’hanno messo sempre. E non dobbiamo fischiarli, ma aiutarli. Non possiamo permetterci di fischiare nessuno, durante la partita ci devono stare vicini“.
“Ci siamo sentiti e ci sentiremo con De Rossi. Daniele oltre ad essere stato un mio giocatore è una grande persona. Per cui sicuramente ci parlerò. Non è facile cambiare due allenatori a novembre, per cui sicuramente lo spogliatoio tutto questo l’ha sentito. Io spero di rimettere le cose apposto“.
“Ci sono mille perché del momento negativo della Roma ma non mi interessa. Ora io devo fare il massimo con questa rosa, io devo vedere quello che posso fare io. Da oggi sono io il responsabile“.
“Prometto che Angelino non giocherà più difensore centrale. Io credo che Dybala e Soulé possono giocare assieme. Ma la squadra ha equilibri, però ora non mi sento di prometterlo perchè poi magari non lo faccio e non mi va di dirlo“.
“Se i Friedkin mi hanno chiamato evidentemente si sono resi conto degli sbagli. Loro vogliono che la Roma torni ad alti livelli e per questo mi hanno coinvolto. Non mi doveva dire niente altro, io non avevo bisogno di niente. Solo dei giocatori“.
“La questione Dybala è la prima cosa che ho chiesto al Presidente. Ho detto a lui che io faccio come mi pare e non mi interesse delle clausole o di altro. Sono stato chiaro, io il fatto Dybala l’ho subito chiarito e scelgo io. Poi parlerò con il ragazzo, Dybala è di un’altra categoria e quando sta bene fa la differenza. Noi giochiamo ogni 3 giorni e avrò la massima considerazione per lui e deciderò quando e quanto schierarlo. Fosse per me giocherebbe sempre, e se posso non lo leverò mai“.
“Hummels? Mi sono visto un po’ di partite come la Finale di Champions con il Real Madrid o quella con il Paris-Saint Germain. E mi sono chiesto: Perché non deve giocare questo ragazzo? Vediamo, io scelgo chi mi fa vincere“.