Roma-Lazio, Zeman non ha dubbi: “Meglio Sarri di Mourinho”
In vista di Roma-Lazio, Derby della Capitale in programma domani alle 18, Zdenek Zeman, ex tecnico di entrambe le compagini, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport. Di seguito le sue parole.
Roma-Lazio, l’analisi di Zeman
SUL DERBY: “Il derby di Roma è speciale per i tifosi, non per chi lo gioca. Quando ne ho persi quattro in una stagione, la mia Roma è arrivata davanti alla Lazio. Quindi la verità matematica è che conta come tutte le altre partite”.
SUL PRONOSTICO PER DOMANI: “La Lazio è favorita. Ma nel derby spesso le gerarchie non vengono rispettate e la squadra più forte o più in forma non vince. Sarri sta facendo meglio, ha già dato un’identità di gioco alla Lazio. Mourinho ha deluso finora le aspettative. Non sul piano dialettico, ma nella qualità del calcio che esprime. La Roma ancora non si capisce cosa voglia fare, in campo, mentre la Lazio è più quadrata”.
SULLA STAGIONE DELLA ROMA: “Le difficoltà sono di tutti quando le squadre non funzionano. Ma bisogna mettersi d’accordo su quello che dobbiamo aspettarci dalla Roma. Se chiedevano lo scudetto a Mourinho con questi giocatori, allora hanno sbagliato. Gli scudetti si vincono con i giocatori più bravi, gli allenatori vincono quando hanno la squadra migliore”.
SULLA SUA ESPERIENZA ALLA ROMA: “Due delusioni diverse. Nel primo periodo sono stato penalizzato dal sistema, diciamo così. Nel campionato 1998/99 (dopo le sue denunce sul doping, ndr) ci tolsero almeno 20 punti in classifica. Ridateceli e facciamo i conti su dove siamo arrivati. Quando sono tornato, mi hanno mandato via prima che potessi giocare la finale di Coppa Italia. L’avrei meritata”.
SUL RAPPORTO CON DE ROSSI: “A questo io non credo. Daniele con me giocava spesso. Magari non giocava bene visto che nelle vostre pagelle prendeva spesso 4,5… Ma credo che in quel momento avesse qualche problema: fuori dal campo, perché sul lavoro era sempre disponibile e io lo ero con lui”.
SULLA CRISI DEL SISTEMA CALCIO ITALIANO: “Non mi sorprende. Manca la base. In Serie A ci sono squadre che giocano con undici stranieri. E spesso, tornando ai procuratori, i giocatori vanno in un club non perché servano all’allenatore ma per compiacere il manager di turno. E’ il business, vabbè”.
SU IMMOBILE: “Per me è solo una questione tattica. Nella Lazio ha più terreno da scoprire, nell’Italia invece trova pochi spazi da punta centrale. Ma resta il centravanti migliore, lo dicono i numeri”.