Roma, il caso Abraham non esiste | Come gestire l’astinenza da gol

Roma Abraham

(Photo by Paolo Bruno, Onefootball.com)

Roma, Abraham non segna più. Quella che appare come un’inequivocabile certezza potrebbe essere soltanto una fase: è quello che si augurano i tifosi romanisti e Mourinho che ha bisogno del centravanti nella miglior forma possibile in attesa dei crocevia importanti. Le statistiche non mentono: 2 gol in 9 partite giocate, un uomo smarrito che aspetta solo il gol per tornare ai suoi livelli: lo scorso anno i tifosi del Chelsea hanno gridato allo scandalo perché l’attaccante sarebbe servito e non poco, a fronte dei 27 gol segnati in giallorosso. Quello che sembrava un rimpianto oggi appare come un affare fatto.

La differenza, appunto, la fa la rete che non si gonfia. Da qui a parlare di un “caso Abraham”, tuttavia, ce ne passa. In primis perchè gli attaccanti – come qualsiasi altro ruolo – non sono macchine: è possibile che il calciatore risenta di determinati ritmi. Gioca sempre, solo in queste ultime occasioni Mourinho gli preferisce Dybala o Belotti, ma comunque non rinuncia a schierarlo anche da subentrante.

Roma, nessun caso Abraham

Significa che è un punto fermo e non un punto interrogativo. Inoltre, parlare di “caso Abraham” distoglie l’attenzione da un problema vero: la concentrazione. I giallorossi, l’ex Chelsea incluso, soffrono di disattenzione e discontinuità. Anche a partita in corso vivono di folate. Non è possibile se l’obiettivo è alzare l’asticella rispetto allo scorso anno: la questione – come ha sottolineato Cristante – non è tecnica ma di testa. Lo dimostra, come se non bastassero già i risultati, lo spaesamento in alcune fasi di gioco.

(Photo by Michael Regan/Getty Images)

Chiedere a Celik, uno dei più positivi di quest’ultimo periodo, rimasto vittima di un infortunio (per cui si teme un lungo stop) a causa della giocata maldestra di un compagno di squadra. In tal caso letale è stato Mancini: pestone non previsto e uscita dal campo per il turco. È un film già visto: per capirlo basta andare indietro di qualche mese.

Il problema è l’approccio

Quest’estate, con Wijnaldum atteso e desideroso di entrare in campo, la parte del “killer” l’ha fatta Felix: intervento sciagurato in allenamento e l’olandese ai box per mesi. Scoppia la polemica, tifosi contro la squadra e Mourinho costretto a metterci una pezza. “Siamo tutti dalla stessa parte, è ingeneroso prendersela con un giocatore”. Il messaggio arriva: forte e chiaro.

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Altrettanto lapalissiano, però, è che questa Roma – a causa di tanti fattori – non è concentrata abbastanza. Altrimenti episodi del genere, la nemesi di quello che in altri contesti si direbbe “fuoco amico”, accadrebbero di rado. Errare è umano, perseverare è diabolico. Allora, piuttosto che attribuire colpe e creare casi, affermando prematuramente che alcuni giocatori (Abraham su tutti) avrebbero già le valigie pronte, bisognerebbe cercare di capire e individuare il problema. La società sembrerebbe averlo già fatto, Mourinho dovrà essere bravo a risolverlo: maggiore lucidità perchè questa Roma tirata a lucido lo è già. Essere lucidi, però, fa tutta la differenza del mondo. Con o senza i gol di Abraham che, comunque, arriveranno. Se qualcuno non gli pesta i piedi prima.