Roma, Delvecchio: “Mourinho non ha la bacchetta magica”

Roma, Delvecchio: “Mourinho non ha la bacchetta magica”

Digital Image Mandatory Credit: Grazia Neri/ALLSPORT

Ancora una prestazione poco convincente in Conference League per la Roma di Josè Mourinho. Infatti giovedì sera i giallorossi, non sono andati oltre il 2-2 contro i norvegesi del Bodo Glimt. Certo non c’è stata la debacle vista in Norvegia, ma sicuramente si è ancora lontani dalle aspettative dei tifosi. Anche in campionato la Roma è chiamata ad un colpo di coda, dopo la sconfitta contro il Milan nell’ultima uscita casalinga, domani a Venezia per i ragazzi dello Special One, c’è da prendere al volo l’occasione di rilanciarsi.

Ecco che allora in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, è tornato a parlare della Roma, Marco Delvecchio. L’ ex attaccante che con i giallorossi ha disputato 300 presenze, mettendo a segno 83 reti e vinto lo scudetto, ha detto la sua sul tecnico, sulla Roma di oggi e sulla Roma di Capello.

Su Josè Mourinho

Certo, per lui parla la carriera. Io comprendo che ci sia un po’ di frustrazione, perché la Roma non vince da tanto e c’è voglia di tornare a farlo subito. Arriva uno come Mourinho e pensi immediatamente: ora ci siamo. Ma anche lui non ha la bacchetta magica, ha bisogno di tempo e di giocatori. E poi c’è bisogno di fiducia perché di allenatori così a Roma non ne abbiamo visti molti e quindi non resta che credere in lui e nelle sue scelte. Ci sono allenatori che non solo vanno aspettati, ma di cui vale la pena fidarsi, anche quando ci sono momenti difficili come può essere questo”.

Sulla Roma di oggi

Non è perfetta, è migliorabile in molti ruoli, ma non è neppure così scarsa come magari sento dire. La base c’è, occorre soltanto di un po’ di pazienza, di lavoro perché le cose non si cambiano in poche settimane e come sono andati gli ultimi due anni lo sappiamo tutti. Nulla è perduto e la Roma è ancora quarta in campionato”.

Sulla Roma di Fabio Capello

Noi eravamo una buona squadra il primo anno, non vendemmo nessuno, e poi, con l’arrivo di Batistuta, Emerson e Samuel sapete come è andata a finire: con lo scudetto“.