Roma, dall’addio di Matic e Ibanez al colpo Lukaku: il nostro pagellone
La giornata di ieri ha visto chiudersi la sessione estiva 2023 di mercato anche per la Roma. I giallorossi, nonostante le forti limitazioni imposte dal FFP e dal rigidissimo accordo con la UEFA, che ha imposto di fatto a Tiago Pinto una sessione a saldo zero, sono riusciti a portare a Trigoria e agli ordini di Mourinho giocatori dall’elevato tasso tecnico anche se gravati da pesanti incognite fisiche. Al netto delle cessioni di Ibanez e Matic (soprattutto), la Roma è riuscita a mettere a segno il clamoroso colpo Lukaku.
Mercato Roma, Lukaku colpo top: la nostra analisi
I due colpi di inizio mercato a parametro zero, Aouar e Ndicka, sono state ottime occasioni colte dal GM giallorosso anche se sul difensore grava la scarsa considerazione di Mourinho che nelle prime tre giornate non gli ha concesso neanche un minuto. Discorso diverso per l’ex Lione, già uomo chiave del centrocampo giallorosso anche se reduce dall’infortunio accusato ieri sera contro il Milan. Il reparto difensivo è completato dal ritorno in prestito dell’affidabile Llorente e da Kristensen, su cui il giudizio va inevitabilmente sospeso.
I due colpi a centrocampo sono rappresentati da Renato Sanches e Paredes: se sul primo grava la pesante incognita delle condizioni fisiche (già ai box dopo aver giocato 20 minuti alla prima giornata con la Salernitana), è sull’ex Juve che gravano le perplessità maggiori: sarà in grado di raccogliere la pesante eredità di Matic?
Infine, per quanto riguarda l’attacco, spicca chiaramente l’arrivo di Lukaku in prestito secco e oneroso dal Chelsea: a prescindere dai legittimi dubbi economici sull’operazione, il belga sembra essere il colpo, in coppia con Dybala, capace di trasportare finalmente la Roma in Champions League. Di contorno il colpo Azmoun che completa il reparto con Belotti.
Roma, Matic la partenza più pesante
La partenza di Matic direzione Rennes lascia inevitabilmente un vuoto tecnico e di personalità nella metà campo giallorossa. Più di Ibanez (sulla carta Ndicka non ha nulla da invidiare all’ex giallorosso), è proprio la mancanza del centrocampista ex United a poter rappresentare un profondo downgrade in quella zona di campo. A Mourinho il compito, non facile, di sbrogliare la matassa.