Roma, Cristante squalificato per bestemmia con la prova TV
Bryan Cristante, difensore-centrocampista della Roma, è stato squalificato per una giornata a causa di un’espressione blasfema pronunciata dopo l’autogol contro il Bologna.
Questo si apprende dal dispositivo del giudice sportivo Gerardo Mastrandrea:
“Acquisite ed esaminate le relative immagini televisive, di piena garanzia tecnica e documentale; considerato che il calciatore in questione e’ stato chiaramente inquadrato dalle riprese televisive mentre proferiva un’espressione blasfema, individuabile e udibile senza margini di ragionevole dubbio, e che, pertanto, tale comportamento, deve essere sanzionato ai sensi dell’art. 37, comma 1, lett. a) CGS, e della richiamata normativa sulla prova televisiva; delibera di sanzionare il calciatore Bryan Cristante con la squalifica per una giornata effettiva di gara.”
Indipendentemente dalla bontà o meno di questa norma, si può facilmente parlare di uso differente della prova televisiva riguardo le espressioni blasfeme. Un esempio recente è la bestemmia pronunciata dal giocatore del Milan Sandro Tonali durante Sampdoria-Milan della decima giornata. Espressione blasfema facilmente udibile ai telespettatori e sicuramente anche in campo. In quell’occasione, però, non venne utilizzata la prova televisiva.
Un altro esempio, diverso nella modalità, è la squalifica per tre giornate di Milan Skriniar dopo la doppia ammonizione in Inter-Sassuolo della scorsa stagione. Lo slovacco venne punito per il fatto di “avere inoltre, dopo la notifica del provvedimento di espulsione, rivolto al Direttore di gara un’espressione offensiva accompagnata da un’esclamazione blasfema.”
In sintesi, anche se l’assenza di pubblico permette al direttore di gara di sentire qualsiasi espressione blasfema, questa non viene sempre punita. L’uso della prova televisiva, inoltre, è un caso veramente raro e, analizzando esempi simili, anche discriminatorio.