Robinho sempre più nei guai: chiesto il carcere immediato
Si fa sempre più nera la situazione attorno all’ex trequartista del Milan Robinho. Il suo ritorno in patria, nello specifico al Santos, aveva già destato forti polemiche, nonché una fuga di massa di sponsor e partner del club. Il club brasiliano, recentemente, aveva deciso inoltre di sospendere il suo contratto data la condanna per stupro in Italia. La vicenda non accenna a migliorare: nelle ultime ore, è intervenuto il ministro dei diritti umani, della famiglia e delle donne Damares Alves che, senza giri di parole, ha chiesto il carcere immediato per Robinho, data la condanna per stupro.
Il ministro ha espresso considerazioni decisamente forti: “Prigione subito. Non ho altre parole da aggiungere. So che c’è ancora un appello, ma adesso c’è anche un audio. Di cosa abbiamo bisogno ancora? Prigione! Nessuno stupratore può essere applaudito. Vedere le trascrizioni di ciò che è accaduto mi ha provocato nausea e voglia di vomitare, è stato bruttissimo leggere quello che ho letto. Parliamo di un crimine e l’aggressore non merita alcuna considerazione. Non dobbiamo fare alcuna concessione solo perché parliamo di un calciatore. Deve scontare la sua pena, in Italia o in Brasile, immediatamente”
Parole pesanti che, certamente, non lasciano spazio ad equivoci. Si aggrava la situazione di Robinho dopo le parole del ministro, relative allo stupro. L’ex Milan, negli giorni scorsi, aveva provato a stemperare i toni dichiarando: “Se in qualche maniera la mia presenza diventa un problema, meglio andare via, meglio concentrarmi sulle mie vicende personali. Dimostrerò la mia innocenza per i tifosi del ‘Peixao’ e per chi mi vuole bene”. Saranno settimane complicate per Robinho, condannato il 23 novembre 2017 a nove anni di carcere per violenza sessuale, nei confronti di una ragazza albanese insieme ad altre cinque persone. I fatti si sarebbero consumati in un noto locale della zona Bicocca il 22 gennaio del 2013, quando il brasiliano vestiva la maglia del Milan.