Ribéry si riprende la Fiorentina, ma il futuro resta in bilico
Sulle qualità di Ribéry non ci sono dubbi: la sua classe illumina, anche oggi, a quasi 38 anni. La Fiorentina, con il francese in campo – che in bacheca vanta 9 Meisterschale e una Coppa dei Campioni – guadagna in imprevedibilità e fantasia. Domani, a Udine, ritroverà il suo posto, al fianco di un Vlahovic in stato di grazia. Torna dopo quasi un mese di assenza, dal 29 gennaio, ossia il pareggio contro il Torino, arrivato in nove contro undici. Da allora, non è stato un periodo facile per i viola, che hanno perso anche contro Inter e Sampdoria, prima di rilanciarsi con il 3-0 rifilato allo Spezia.
L’assenza di Ribéry si è fatta sentire, ma per la squadra di Prandelli non è certo una novità. In questa stagione, sulle 24 partite disputate dalla Fiorentina in 6 occasioni il francese è rimasto fuori per infortunio. Un ruolino di marcia che, in realtà, è decisamente migliore a quello della scorsa stagione, quando di partite ne giocò appena 21. Segnando tre reti e fornendo altrettanti assist. Lampi di classe e genio che quest’anno hanno portato poche marcature, appena una, quella del vantaggio contro il Torino, e cinque assist. Forse qualcosa in meno di quanto era lecito aspettarsi.
Tutte considerazioni che, a fine stagione, porteranno inevitabilmente a considerazioni e decisioni. Senza fretta, perché in estate non si sa neanche con certezza chi ci sarà alla guida del settore tecnico dei viola. Ma il futuro di Ribéry potrebbe essere lontano da Firenze, con la suggestione Monza, in caso si approdo in Serie A, che diventa ipotesi sempre più credibile. Di fronte, però, ci sono ancora 15 giornate di campionato, che se in termini di classifica contano il giusto, molto potranno dire sul futuro della Fiorentina. Che a gennaio ha rinunciato a Cutrone, confermando un Kouamé sempre più ai margini dei piani tattici di Prandelli. Le uniche certezze, paradossalmente, sono Vlahovic, in predicato di finire in prestito a farsi le ossa appena un mese fa, e lo stesso Ribéry, acciacchi permettendo. Del doman non v’è certezza.