Rabiot: “Sono rimasto alla Juve soprattutto per un motivo”

Rabiot: “Sono rimasto alla Juve soprattutto per un motivo”

Rabiot, l'intervista a L'Equipe: Juventus e Pallone d'Oro (Getty Images) - calcioinpillole.com

Adrien Rabiot ha rilasciato un’interessante intervista a L’Equipe. Tanta Juventus nelle sue dichiarazioni. Eccole di seguito

Il centrocampista Adrien Rabiot rappresenta un giocatore fondamentale per la Juventus e Massimiliano Allegri. Dopo un inizio complicato in bianconero, il francese è venuto man mano fuori, dimostrando di essere un vero asso della metà campo. Un leader, un trascinatore, con tanta tanta qualità. La Vecchia Signora ha adesso paura di perderlo, dato che il suo contratto è in scadenza nell’estate del 2024. La scorsa stagione si è fatto il possibile per trattenerlo, e lui si è concesso ad un rinnovo di un solo anno. Giuntoli si è messo adesso a lavoro per trovare un accordo più sicuro e stabile, ma non sarà così semplice. Intervistato da L’Equipe, direttamente dal ritiro della Francia, Rabiot ha lasciato qualche indizio in merito. Tanta Juve nelle sue parole.

Rabiot: “Allegri insiste molto su un aspetto”

Servono più gol: “Allegri insiste molto su questo punto e fa bene. I miei numeri potrebbero essere più alti anche se la scorsa stagione ho segnato undici reti. Tutti gli allenatori me l’hanno detto, anche Blanc quando ero al Psg. Ho margini di miglioramento e questo è uno”.

Juventus ed Europeo: “Se sono rimasto un altro anno in Italia per prepararmi bene a Euro 2024? Sì, questa è stata una parte importante della mia decisione, è complicato adattarsi in un nuovo club. Con la Juventus non avremo le Coppe ma la prendo come un’opportunità per lavorare di più, cosa che non puoi fare quando giochi ogni tre giorni”.

Mancata candidatura al Pallone d’Oro: “La cosa non mi ha lasciato indifferente, anche perché ho fatto un’ottima stagione a livello individuale e vedendo certi giocatori che compaiono nella lista ho pensato che non fosse logico. Ma non sono mai stato uno che cerca soddisfazioni individuali, io sono concentrato sul collettivo e chi decide tutto forse non ha in mente l’intera stagione di un giocatore. A volte possono bastare una o due belle partite in Champions League”.