5 luglio. La Roma subisce la sua seconda sconfitta consecutiva nel giro di pochi giorni. L’allenatore giallorosso, Fonseca, a quel punto, decide di dare un colpo di spugna e ricominciare daccapo. Dopo l’esperimento andato male contro i partenopei, infatti, il portoghese cambia modulo.
Passa al 3-4-2-1. Un modulo che prende in contropiede gli avversari abituati ad affrontare il 4-2-3-1 dei giallorossi e che ha il merito di dare nuova linfa alla squadra. Grazie a quella nuova veste tattica, infatti, la Roma raccoglie 7 vittorie e un pareggio nelle ultime 8 giornate, blindando il quinto posto dagli assalti di Milan e Napoli.
Insomma, tanti benefici, ma anche qualche contro. Tra questi, il più importante, è il rendimento di Lorenzo Pellegrini. Nelle 21 partite giocate prima del cambio di modulo, infatti, il simbolo della Roma aveva giocato nella posizione di trequartista del 4-2-3-1, mettendo a referto un gol e ben 10 assist. Uno score niente male.
Dal passaggio al 3-4-2-1 in poi, invece, Pellegrini ha servito solo un assist ed è stato sostituito sempre tra il 60esimo e l’83esimo. Una bella differenza con il partner nella trequarti, Henrikh Mkhitaryan, il quale è stato sostituito solo dall’82esimo in poi e ha concluso la stagione con due gol e due assist.
Numeri, quelli riguardanti gol e assist, che mostrano anche il differente ruolo tra i due. Se a Mkhitaryan viene data la licenza di agire da vero e proprio fantasista, a Pellegrini, Fonseca, chiede di sacrificarsi, facendo anche da collante tra centrocampo e attacco.
Inevitabile che il rendimento, come visto poc’anzi, sia diverso. Da qui, però, anche le critiche a Pellegrini da parte di media e, soprattutto, dei tifosi. Critiche che non si sono placate nella nuova stagione.
D’altronde, nelle prime tre giornate, Pellegrini è stato schierato da trequartista solo all’esordio contro l’Hellas. Nelle altre due, infatti, Fonseca l’ha adattato a mediano accanto a Veretout, allontandolo ancor più dalla porta e schierandolo in una posizione non sua. Inoltre, anche nella stagione in corso, Fonseca l’ha tolto dal campo al massimo all’83esimo.
A molti, a quel punto, è venuto il dubbio che le prestazioni non in linea con il talento siano dovute all’ambiente troppo oppressivo di Roma. Nemo propheta in patria, si dice. Un dubbio, tuttavia, forse, cancellato dalle prove di Pellegrini in Nazionale.
Nelle partite di Nations League contro Polonia e Olanda, infatti, Mancini si è sempre affidato a Lorenzo Pellegrini, ritagliando per lui un ruolo ibrido. Nei due match, l’ex Sassuolo è partito ala sinistra, ma, alla fine, ha giocato più da seconda punta/trequartista. In alcune scorci di partita, perfino falso nueve. Una posizione, dunque, che ha dato i suoi frutti visto anche il gol, con movimento tra le linee, contro l’Olanda.
Chissà se Fonseca abbia preso nota. Chissà se proverà il designato capitan futuro in quel ruolo, mettendo, magari, fine al Pellegrini ‘due facce’ che delude alla Roma e convince in Nazionale.