Quagliarella merita il “grazie” di tutti: perchè l’attaccante ha segnato un’epoca

Quagliarella merita il “grazie” di tutti: perchè l’attaccante ha segnato un’epoca

(Photo by Simone Arveda/Getty Images)

Vedere Quagliarella che lascia lo stadio Ferraris tra gli applausi è un’emozione anche per chi non è cresciuto a pane e Ramazzotti (il cantante e non l’amaro) che fa fatica a capire cosa sia – più per stato che per sinossi – un’emozione per sempre. Fabio Quagliarella c’era davvero in ogni momento. Avversario per molti, compagno per tanti altri: certezza per tutti quelli che amano il bel calcio. Quello fatto di strette di mano prima che di firme e contratti.

Lui l’Italia di quel calcio se l’è girata negli anni: un cosmopolita con la Juve Stabia nel cuore e la valigia in mano. Alla Juve prestazioni importanti, portato a Torino per motivi personali che ha rivelato solo dopo: il dramma dentro casa, quando casa l’aveva trovata. A Napoli. Da dove non sarebbe mai andato via se non per cause di forza maggiore, le stesse che ha raccontato tempo dopo a Le Iene. Quando ogni problema era risolto. Non ha baciato nessun’altra maglia al di fuori di quella azzurra (del Napoli e della Nazionale), ma ha dato il massimo per chiunque.

Quagliarella, quelle lacrime hanno unito una nazione

Alla Sampdoria non ha fatto eccezione: 9 anni con Ferrero e un patto di lealtà rispettato fino alla fine. Persino quando ci sarebbe stato qualcosa da dire – e pretendere – lui non ha fatto una piega. L’attaccante ha risposto con quello che sa fare meglio: giocare a calcio. Senza stare altrove, magari sulle pagine dei giornali a dire la sua. Parlavano e parlano i fatti. Il resto si vedrà: ecco perchè adesso – che le somme bisogna tirarle davvero – nessuno sa che fare.

Fabio Quagliarella
(Photo by Getty Images)

Intanto si potrebbe cominciare con l’asciugarsi le lacrime, per poi capire cosa fare con questo “viaggio eccezionale” intrapreso negli anni. Il ritiro è un’opportunità, ma lui non si rassegna: vuole riportare la Samp in A. Dove merita, ha detto. Quindi, l’ultima parola passa alla (nuova) società: deciderà lei se tenerlo ancora oppure no. Anche nel momento in cui poteva sbattere i pugni sul tavolo, ha preferito tendere una mano e fare una carezza. Questo si chiama sport e Fabio Quagliarella l’ha sempre fatto. Possibilmente una spanna sopra gli altri. Anche e soprattutto per questo, le sue lacrime sono anche le nostre.