Qatar 2022, guida ai gironi del Mondiale: il Gruppo E

Qatar 2022, guida ai gironi del Mondiale: il Gruppo E

(Photo by Khalil MAZRAAWI / AFP) (Photo by KHALIL MAZRAAWI/afp/AFP via Getty Images)

Qatar 2022 si avvicina a grandi passi, e le Nazionali stanno limando gli ultimi dettagli per presentarsi in pompa magna ai gironi della più prestigiosa delle manifestazione calcistica. Andiamo dunque ad analizzare, nei giorni antecedenti all’inizio, tutti i vari gironi della competizione, ponendo la lente d’ingrandimento su tutte le Nazionali partecipanti. Procediamo quindi con l’analisi di uno dei gruppi più interessanti e competitivi di Qatar 2022: il Gruppo E.

Qatar 2022, la presentazione dei gironi del Mondiale: il Gruppo E

SPAGNA

Partiamo da una delle grandi favorite non solo al passaggio del turno, ma anche alla vittoria finale del torneo. La Spagna che si presenta a Qatar 2022 è una squadra in profondo rinnovamento e ricca di giovinezza, quindi nel bel mezzo del ponte fra passato e futuro. Luis Enrique ha lasciato diversi totem a casa (fta cui Sergio Ramos) per far spazio alle potenzialità delle stelle nascenti, puntando tutto non sui singoli ma sull’immensa qualità del calcio espresso.

Le Furie Rosse sono rinomati per la loro iconica tradizione calcistica, che prevede una proposizione basata sul dominio nel possesso palla ed un calcio totalmente offensivo, volto a realizzare il maggior numero di reti possibili. Luis Enrique ha avuto il grande merito di rinnovare alcuni meccanismi di gioco, adattandoli all’intensità e alle esigenze del football moderno. Il risultato si traduce in una squadra che gioca a due tocchi e che riesce ad andare in verticale con una rapidità impressionante negli ultimi 20/30 metri, grazie alla sopraffina qualità della rosa e a dei movimenti che richiamano ai principi di Cruijff, in cui lo spazio diviene il più grande attaccante della formazione. Oltre ai veterani Busquets, Jordi Alba, Koke e Azpilicueta, i riflettori vanno sulle giovani supernove Pedri, Gavi, Nico Williams, Ansu Fati, Yeremi Pino e Guillamón, ormai pronte a prendere le redini della squadra.

(Photo by KHALIL MAZRAAWI/afp/AFP via Getty Images)

 

GIAPPONE

La formazione del Sol Levante si presenta come uno degli anelli deboli del gruppo, visto che nello stesso girone sono presenti due colossi come Spagna e Germania. La squadra di Hajime Moriyasu non va tuttavia sottovalutata, in quanto ha spesso dimostrato la capacità di mettere in difficoltà potenzialmente chiunque, associando solidità e scorribande offensive piuttosto fastidiose.

I nipponici si presentano, nella maggior parte dei casi, con un 4-3-3 abbastanza lineare, che predilige un ampio uso degli esterni nella proposizione di gioco. Il punto di forza della squadra è infatti l’estro dei calciatori offensivi, unita ad un’ottima occupazione del campo ed un’invidiabile organizzazione. Non sono presenti straordinari talenti all’interno della rosa, ma chi spicca maggiormente è Takumi Minamino, ex calciatore di Liverpool e Salisburgo, rinomato per la sua agilità e intelligenza tattica.

(Photo by Martin Dokoupil/Getty Images)

 

GERMANIA

Passiamo ad uno dei colossi assoluti del calcio mondiale sia per titoli vinti che per tradizione calcistica: la Germania. I teutonici stanno vivendo un periodo di grande transizione, visto che la panchina ha visto un cambio di guida tecnica dopo i tanti anni targati Joachim Low. La squadra è stata affidata ad uno degli astri nascenti della scuola tedesca, famoso per aver vinto tutto con il Bayern Monaco alla prima esperienza da allenatore della prima squadra: Hans Flick. Tale cambiamento è ancora in una fase di lavorazione, ed è quindi lecito aspettarsi una Germania si forte, ma ancora in una fase evolutiva, ed è per questo motivo che la costanza, in termini di prestazioni, spesso viene meno.

Dal punto di vista tattico, i quattro volte campioni del Mondo si presentano con il 4-2-3-1 tipico di Flick, lo stesso modulo con cui ha guidato il Bayern Monaco alla conquista di tutto. Il calcio proposto dai tedeschi è prepotente e verticale, basato sul dominio sia in termini di supremazia territoriale che possesso palla. La sfera viaggia rapidissima e l’attacco alla profondità e a dir poco famelico, in quanto uno dei principi più importanti di questa mentalità è quello di creare spazio per l’estro e la qualità dei trequartisti, che si trasformano in veri e propri attaccanti aggiunti. All’interno della rosa sono infatti presenti calciatori dotati di grande estensione tattica, come Hofman, Füllkrug, Brandt e ovviamente Kai Havertz. Occhio di riguardo ovviamente soprattutto per i big della squadra, facenti parte dell’ossatura del Bayern Monaco (Kimmich, Sané, Goretzka, Muller).

(Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)

 

COSTA RICA

Arriviamo a quella che probabilmente è la candidata principale all’ultima posizione del gruppo: la Costa Rica. I Centroamericani si presentano come l’anello debole dell’intero girone, ed appare abbastanza impensabile tentare di strappare una qualificazione. Tuttavia per loro si tratta della quinta partecipazione alle fasi finali dei Mondiali, dei numeri non proprio negativi, calcolando la concorrenza e la storica povertà di talento, offuscata, un minimo, solo dai fiorenti anni di Wanchope.

(Photo by EZEQUIEL BECERRA/AFP via Getty Images)

La squadra si schiera sempre con un 4-4-2 lineare ed ordinato, volto principalmente a limitare gli attacchi avversari concedendo pochissimo e tentando di bloccare costantemente le fonti di gioco. La stella della rosa è indubbiamente l’ex portiere del Real Madrid Keylor Navas, che potrà riprendersi la scena con la sua Nazionale dopo essere stato banchinato al PSG da Donnarumma.