L’attaccante del PSG, Kylian Mbappé, è tornato sulla sua decisione di rinnovare con il club parigino nel corso di un’intervista per RMC Sport. Ecco le sue parole, riportate da TMW.
Come si sente?
“Sono sollevato, anche se ormai questa situazione faceva parte della mia vita quotidiana. La mia priorità è sempre stata il campo. La trattativa si è fatta lunga, così ho imparato a dividere le due cose, a concentrarmi sul campo e a riflettere per prendere la decisione migliore”
Sulla scelta fatta
“Ho scelto il PSG, ma non solo il PSG. Ho scelto anche la Francia. Non ho detto no al Real Madrid, ho solo detto sì alla Francia e al PSG. È un fattore importante. Volevo continuare ancora un po’ a giocare nel mio Paese, mi ha dato tutto. Comincio a capire l’importanza che questa decisione ha per la Francia. E partire così, per giunta gratis…. Un grande giocatore si vede dentro ma anche fuori dal campo. Questo gesto credo sia stato importante, per la Francia e il PSG”.
Pensa di non aver concluso quello che hai iniziato?
“Penso che la mia storia al PSG non sia finita. Sarei partito da grande giocatore, ma non da leggenda. Ho sempre detto che volevo fare la storia. Devi fare la storia, non solo raccontarla. Con questo nuovo contratto mi do l’opportunità di segnare definitivamente la storia del PSG”.
Sul progetto PSG
“Io sono un elemento centrale del progetto, ma non sono tutto. Mi dà un po’ fastidio perché sono ancora un giocatore e non ho intenzione di fare altre cose. Purtroppo sembra che io debba decidere il mercato, ma non è così. Non sono bravo a fare acquisti, sto bene in campo. Bisogna investire ma non dovete credere che io abbia pieni poteri, il libretto degli assegni in tasca. Voglio aiutare il club a crescere sotto tutti gli aspetti in modo che il PSG diventi centrale. Lo sarà grazie ai risultati che otterremo sul campo”.
Sull’evoluzione che il progetto potrebbe avere
“Penso che ci voglia una ristrutturazione globale del club. Quando il tuo club è strutturato, hai uno slancio che ti rende più forte per resistere agli attacchi esterni, che ti rende più forte per affrontare eventi importanti. Oggi c’è questo problema perché abbiamo molte persone che hanno subito traumi, in relazione alla Champions League o ad altri titoli persi. Penso che ci sia anche questo lato emotivo da gestire. È tutto un insieme di cose. Non si tratta solo di cambiare i giocatori, l’allenatore, il direttore sportivo. Il club lo ha già fatto e non sempre ha funzionato. Bisogna creare un’anima”.
Sulle sue ambizioni
“Vincere la Champions League è l’ambizione suprema. Deve essere l’obiettivo anche in un periodo di ristrutturazione come questo. Non siamo in una stagione di transizione, il Paris Saint-Germain non è un club di transizione. Ma ci sono passi da fare durante tutto l’anno per farsi trovare pronti a questi appuntamenti che sono importanti per il club”.