Protocollo Serie A: bolla, centro analisi unico, uniformità ASL

Protocollo Serie A: bolla, centro analisi unico, uniformità ASL

Photo Andrea Staccioli / Insidefoto / OneFootball

Lunedì prossimo ci sarà un’assemblea della Lega Serie A per l’aggiornamento del protocollo anti-covid in virtù delle problematiche emerse ultimamente. Il Corriere dello Sport mette in luce alcuni dei suoi punti chiave individuati da Casasco, Presidente della Federazione dei medici sportivi.

BOLLA

Un aspetto su cui si vuole lavorare è quello della cosiddetta “bolla“, cioè il ritiro in un unico luogo di tutto il gruppo squadra. Allo stato attuale, il protocollo prevede che in caso di positività di un calciatore venga predisposto l’isolamento domiciliare del positivo e del gruppo squadra; naturalmente, i calciatori risultati negativi continuano ad allenarsi facendo la spola tra la loro abitazione e il centro sportivo.

Le indicazioni che si vorrebbero seguire, invece, vanno nella direzione di chiudere tutti in un unico luogo inviolabile, appunto la bolla: che sia un albergo o il centro sportivo, tanto i casi positivi quanto i negativi dovranno rimanere isolati dai contatti esterni. Evitare le interazioni fisiche con le famiglie e tra loro, seguendo un iter rigidamente codificato in materia di pasti e aree comuni, è la via che, secondo i medici sportivi, garantisce ermetismo.

A questo proposito, un aspetto che le Nazionali hanno mostrato è la possibilità che i calciatori violino l’isolamento: ciò che è accaduto alla Fiorentina sarebbe un esempio di rottura della bolla, se fosse già in vigore. Con questo nuovo scenario alle porte si inasprirebbero le sanzioni per chi infrange l’isolamento nella bolla, con multe molto più salate di quelle attuali.

LABORATORIO UNICO

Una tematica urgente è quella del responso ai tamponi. Ciò che è successo alla Lazio ha fatto emergere con forza la necessità di rivolgersi a un laboratorio unico per l’esame dei tamponi, in modo da non avere interpretazioni difformi. Il centro analisi più quotato è SynLab, lo stesso che si occupa di processare i tamponi per LaLiga e per le competizioni UEFA.

Il vantaggio sarebbe quello di non avere disomogeneità di giudizio nell’applicazione del protocollo tra Serie A e Champions ed Europa League e impegni nazionali; ci sarebbe, però, il grosso problema dell’assenza di sedi SynLab in Sardegna, ostacolo che si scontrerebbe con la necessità di celerità e tempestività nei responsi.

Il lavoro sul processamento dei tamponi, comunque, non è ancora completo: con il Comitato Tecnico Scientifico si stanno delineando i parametri fondamentali di cui tenere conto e i valori soglia da porre come limiti. Al termine di queste considerazioni, si chiederanno preventivi alle strutture sanitarie.

UNIFORMITÀ ASL

Le Nazionali hanno messo in luce un’altra dimensione su cui occorre lavorare: la difformità delle linee d’azione delle ASL regionali. Il blocco disposto ai giocatori di Roma, Fiorentina, Sassuolo, Lazio e Genoa, in quanto vi sono stati recenti casi di positività nelle squadre, hanno posto l’interrogativo sulle differenze tra quei casi e quelli recenti di altre squadre (per esempio, l’Inter con Padelli).

È su questo che l’AD nerazzurro, Marotta, si è espresso con toni duri parlando di “alterazione del campionato“. Visto il recente mini focolaio scoppiato a Trigoria con sei calciatori positivi in pochi giorni, viene da dire che le ASL abbiano agito a ragion veduta, ma il diverso trattamento tra una squadra e un’altra è un problema da affrontare.

Per questo il nuovo passo del protocollo Serie A sarà decidere linee guida con cui coordinare le ASL nazionali ed evitare, così, disparità di trattamenti.