Primo turno di Coppa di Germania: ad est riaprono gli stadi
Mentre a Berlino si discute sul da farsi, gli stati federati decidono autonomamente. Questa è la situazione in Germania sulla riapertura o meno degli stadi. La cancelliera Merkel aveva proposto settimane fa la chiusura totale fino al 2021, ma da quel momento si sono mosse le acque. Per prima la Sassonia che ha permesso al Lipsia un riempimento del 20% del totale della Red Bull Arena. Poi altre città della parte orientale si sono accodate. Il permesso viene concesso se nel proprio stato il tasso di contagi è inferiore a 20 ogni 100 mila persone. Il tasso di infetti minore nella ex DDR ha consentito la riapertura parziale degli stadi di Rostock, Magdeburg e Dresda in questo weekend di Coppa di Germania.
A Rostock, nel Meclemburgo, ieri si è giocata Hansa Rostock-Stoccarda, primo turno di DFB Pokal. 7500 tifosi hanno assistito assiepati per il primo evento calcistico ufficiale post lockdown con un tale numero di spettatori. L’Ostseestadion, che ha una capacità di 29000 posti, è stato riempito per circa il 25%. Tante polemiche per il mancato distanziamento. A Magdeburg, in Sassonia-Anhalt, 5000 spettatori presenti su 26000 posti disponibili per la partita tra la squadra di casa e il Darmstadt. L’afflusso di pubblico a Dresda sarà ancora maggiore per la partita di stasera tra la Dynamo e l’Amburgo: 12000 posti su 32000 disponibili.
Altre squadre della Bundesliga avanzano la richiesta di riapertura dei propri stadi ad una settimana dalla ripartenza. Da Berlino a Francoforte è corsa contro il tempo. Niente da fare, per il momento, per Bayern Monaco e Stoccarda. In Baviera il numero dei contagi supera ancora il limite di sicurezza.
La Germania, pur senza una linea univoca, inizia a riaprire. La Francia ha permesso l’ingresso fino a 5000 tifosi sin dall’inizio della Ligue 1. Ma con l’aumento dei contagi alcune società come il Dijon stanno facendo un passo indietro. In Inghilterra il governo ha deciso di rinviare. In Italia, nonostante la pressione, lo stesso almeno fino al 7 ottobre. La Spagna ritiene precoce parlarne. La situazione è in evoluzione ovunque. Per le soluzioni non resta che aspettare.