Premier League, ecco come cambia il calciomercato con la Brexit
La Brexit, oltre che a innumerevoli modifiche a livello economico, porterà anche cambiamenti anche nella Premier League, in particolare per quanto riguarda il mercato, a partire dal 31 dicembre 2020.
Brexit Premier League, cosa cambia per i giocatori stranieri
Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sono già stati vietati i trasferimenti dei minorenni stranieri. Anche gli acquisti di maggiorenni subiranno adeguamenti in seguito all’uscita dall’Unione Europea.
I club di Premier potranno acquistare al massimo tre stranieri under 21 in ogni sessione di mercato. Saranno quindi al massimo 6 per ogni stagione. Ai piani alti della federcalcio inglese non sono preoccupati da queste regole. Attualmente il 73% degli under21 che militano nel maggior campionato britannico sono inglese.
Queste norme si attueranno anche sugli allenatori. Carlo Ancelotti per esempio dovrà ottenere il “Governing body endorsement”, il permesso di soggiorno lavorativo. Anche Angelo Ogbonna dovrà ricevere questo speciale permesso.
Brexit Premier League, il sistema a punti
Il sistema assegna punti in base alle presenze e alla qualità del club di origine, al ranking Fifa e al percorso nelle Coppe e in Nazionale. Si dovrà raggiungere quota 15 punti per essere in regola I trasferimenti da Liga, Ligue 1 e Serie rimarranno piuttosto semplici, chi rischia sono i club più piccoli, spesso basati su «talent scout» e «player trading». Società che cercano di scovare nuovi talenti e allenatori promettendo in categorie minori. Ci saranno comunque eccezioni e ci sarà la possibilità di ottenere permessi temporanei. Questo non toglie che i dubbi ci sono e andranno chiariti.
Sulla questione è intervenuto Carlo Rombolà, avvocato esperto di di- ritto dello sport e docente universitario. “Il calciomercato da e per il Regno Unito sarà limitato, sono tanti gli affari già conclusi e poi sfumati per le nuove regole. Le limitazioni dei giovani stranieri peseranno, sono fonti di guadagno importanti per società meno strutturate economicamente, ma sono fondamentali anche per i club più ricchi, i vivai sono il primo investimento per il futuro. Le altre Leghe dovrebbero sfruttare questo periodo di assestamento per recu- perare. Come dicono gli inglesi “Mind the gap”.