Fiorentina, Prandelli: “Traghettatore? Chiamatemi come volete”
Dopo 10 anni esatti, Cesare Prandelli torna sulla panchina della Fiorentina e, oggi, si è presentato ufficialmente alla stampa. Ecco le sue parole su Iachini:
“Con Beppe ci siamo abbracciati, mi dispiace per lui. Mai avrei pensato di prendere il suo posto. Ho trovato la dirigenza molto coesa, decisa e determinata. Condizioni determinanti per fare bene. Stanotte ho dormito poco e il primo pensiero è andato a Ciccio Rialti (giornalista tifoso viola) che avrebbe fatto un invito a remare tutti dalla stessa parte. Voglio fare un’altra considerazione. Ho ricevuto una telefonata una settimana fa da Preziosi che mi ha stupito e quasi commosso, mi ha detto che aveva parlato bene di me alla Fiorentina e che mi avrebbero chiamato. Lo ringrazio pubblicamente”.
Sul rapporto mai scisso con la Fiorentina, Prandelli ha detto:
“Negli ultimi 15 anni ho sempre avuto il pensiero per la Fiorentina, penso di essere stato l’unico allenatore a fare per due anni l’abbonamento. Firenze mi ha sempre voluto bene e spero di dare tanto in questi mesi. Se si toglie il romanticismo, la vita diventa noiosa. Vivo di sentimenti e provo un amore profondo per questa società. Non ho messo nessuna condizione e mi sono messo a disposizione. Ho una doppia responsabilità, come allenatore e come tifoso”.
Sul modulo:
“Qualche idea ce l’ho ma voglio prima confrontarmi con i giocatori prima di fare eventualmente qualche cambio. Kouame non lo considero una prima punta, ma più una seconda punta. Per quanto riguarda Amrabat, non è un regista classico. Ha qualità straordinarie e può occupare anche quella posizione davanti alla difesa. La prima cosa che ho detto a Daniele è che la Fiorentina ha un buon motore e bisogna capire perchè qualcosa non è andato. Le basi, però, ci sono”.
Su cos’è cambiato rispetto a 10 anni fa:
“Le cose cambiano. Firenze rimane una città molto particolare ed esigente. Dobbiamo capire noi dove siamo e cosa vuole la gente, serve grande rispetto”.
Sul motivo che l’ha portato ad accettare:
“Il cuore, l’istinto. Io molto spesso trovando per strada tanti tifosi, mi chiedevano di tornare. Ma io non sarei mai andato via. Sono tornato anche per riprendere un certo discorso, perchè la potenzialità della piazza e di una società che vuol cercare di essere all’altezza è una sfida importante. Puoi anche rovinare qualche equilibrio, ma so che non sarò mai solo in questo percorso”.
Su Commisso, Prandelli ha detto:
“Mi ha sorpreso positivamente la sensibilità umana sua e di Joe Barone. Mi hanno detto che prima di iniziare avrebbero voluto parlare con Beppe e ringraziarlo”.
Sul senso d’appartenenza:
“E’ semplice, basta vivere la città e sentire gli umori. Ma soprattutto la squadra che indossa questa maglia deve uscire sempre a testa alta, dobbiamo togliere tutti gli ostacoli mentali e avere il coraggio di fare le cose. La tifoseria è molto pretenziosa ma è giusto che sia così, siamo Firenze, i fiorentini non vogliono sentirsi inferiori a nessuno almeno in partenza. Difficoltà ne troveremo molte, non ho la bacchetta magica, ma se partiamo dalla base di un senso di appartenenza è già una base straordinaria”.
Sui ricordi che gli vengono in mente di Firenze e della Fiorentina, Prandelli ha dichiarato:
“Per 4 anni e mezzo è stato un rapporto improntato al rispetto, la fiducia e la voglia di fare sempre meglio. Negli ultimi mesi è cambiata l’idea di progetto tecnico e può capitare che dopo tanti non si sia d’accordo sul percorso. Il ricordo di quella Fiorentina è sempre stato molto buono. La pagina da scrivere? Il mio sogno è quello di proporre una squadra coraggiosa e propositiva, che si gioca la partita con tutti. Non ho nessuna aspettativa per il futuro, ma sono convinto di avere una buona squadra”.
Sui tifosi:
“Non devi chiedere molto ma soprattutto ascoltare e avere rispetto. Chiedere aiuto in questo momento diventa complicato, perchè è un momento storico molto particolare e noi siamo dei privilegiati”.
Sull’errore che non deve commettere:
“Non avere troppa esuberanza, iniziare con pochi principi chiari. Nel momento in cui saranno acquisiti si può lavorare per migliorare anche a livello individuale. Per i giocatori è una giornata traumatica, molti erano legati a Beppe, devo cercare di non essere troppo esuberante”.
Sul finire nella parte sinistra della classifica, Prandelli ha detto:
“Deve essere solo una partenza, non un arrivo. Questa squadra ha ottime potenzialità e mi auguro di tirarle fuori, poi non dovremo accontentarci. In questo momento dobbiamo essere pratici senza sognare troppo, ma lavoreremo verso questo obiettivo”.
Sulla chiamata del DS della Fiorentina, Pradè, Prandelli ha rivelato:
“Quando Pradè mi ha chiamato sono rimasto piacevolmente sorpreso e dopo pochi secondi abbiamo iniziato a parlare di calcio”.
Se è vero che Batistuta potrebbe entrare nello staff tecnico:
“Lo chiamerò dopo, non l’ho ancora sentito per questioni di fuso. Per me può essere un valore aggiunto, l’ho sempre detto anche a lui. Il suo carisma e la possibilità di essere allenati da lui può essere importante per gli attaccanti. In questo momento non è un discorso praticabile, ma potrebbe esserlo più avanti”.
Su Ribery:
“Non ci ho ancora parlato. Gli chiederò se si ricorda qualcosa di quel furto in Champions col Bayern (Champions 2010)”.
Sulla difesa a 4:
“Ormai quando si parla di sistema di gioco si parla del posizionamento in fase difensiva, ma poi c’è lo sviluppo di gioco. La mia idea è capire se i giocatori abbiano la voglia necessaria a recepire un’altra soluzione. La squadra deve essere preparata a tutti i sistemi di gioco per cambiarli anche a gara in corso”.
Sul calcio a porte chiuse:
“Ho notato che senza il tifo, le squadre con meno qualità e meno personalità riescono ad osare di più. Dovremo farci trovare pronti. Nel calcio moderno senza aggressività e intensità si va poco lontano, ma bisogna abbinare la qualità”.
Se pensa di riportare la Fiorentina in Europa, Prandelli ha detto:
“Per prima cosa dobbiamo avere la mentalità forte che ha anche la città. Quando i giocatori capiscono che il tuo modo di essere è quello, poi vieni ripagato. Alcuni giocatori non sanno quali siano davvero le loro qualità, non le stanno esprimendo”.
Alla domanda se sarà solo un traghettatore, ha risposto:
“Come ho detto a Pradè, potete chiamarmi come volete. Voglio essere qui e lavorare qui. Poi sarà il campo a parlare, questo è un club meritocratico. Il mio futuro è tra un’ora, quando farò il mio primo allenamento”.
Sulle caratteristiche, infine, che dovrà avere la sua Fiorentina, Prandelli ha dichiarato:
“Penso che le squadre tecniche senza furore agonistico non vadano da nessuna parte, e viceversa. Devi trovare equilibrio e alchimia magica. A volte giocatori tecnici non aggrediscono, ma la mia idea è che senza intensità non si possono vincere le partite. Pochi giocatori possono far vincere le partite, noi abbiamo Ribery. Non possiamo, però, basarci solo su di lui. Può fare la differenza, ma non possiamo pensare di passare la palla a lui e che faccia tutto da solo”.