Prandelli, una lunga carriera tra finali sfiorate, dimissioni e Nazionale
“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” cantava Antonello Venditti. Con Prandelli Firenze ha gioito tanto, e dopo anni di delusioni sportive potrebbe tornare a farlo con lo stesso allenatore in panchina. Cesare Prandelli è infatti il nuovo allenatore della Fiorentina, che ha deciso di esonerare Iachini. L’allenatore originario di Orzinuovi ha contribuito a scrivere pagine indelebili della storia della società viola. Il tecnico non è solo Fiorentina, durante la sua carriera ha allenato in moltissimi club collezionando esperienza più o meno positive.
Le prime panchine tra Bergamo, Lecce, Verona, Venezia e Parma
La prima esperienza in panchina di Prandelli ha luogo a Bergamo, nelle giovanili dell’Atalanta , per poi passare nel 1997 al Lecce. Si dimette dopo qualche mese, dopo aver totalizzato 14 sconfitte in 18 gare. La sua squadra giocava bene ma i risultati erano pessimi. Dopo il Lecce passa due anni al Verona, dove conquista una promozione e un nono posto al primo anno in serie A. Riesce a qualificarsi all’Intertoto, una competizione calcistica giocatasi fino al 2008 che metteva in palio dei posti per la Coppa Uefa, ma la società rinuncia a parteciparvi. Per questo motivo Prandelli si dimette e torna in serie B, al Venezia, guadagnando anche qui la promozione alla prima stagione. Nel 2003 e nel 2004 allena il Parma, con cui arriva quinto in serie A qualificandosi quindi per la Coppa Uefa.
Le cinque stagioni in viola
Nell’estate del 2004 si trasferisce alla Roma, la prima vera panchina di una grande squadra. Decide di dimettersi dopo poco più di un mese quando la moglie scopre di avere un tumore. Nel 2005 accetta l’offerta della Fiorentina di Della Valle. Passa cinque stagioni sotto la Cupola del Brunelleschi dove ottiene splendidi risultati, raggiungendo sempre i primi posti della classifica in serie A. I viola arrivarono addirittura ad un passo dalla finale di Coppa Uefa, perdendo nel 2009 la semifinale contro i Glasgow Rangers ai rigori. L’anno dopo raggiungono gli ottavi in Champions League ma vengono eliminati tra un marea di polemiche arbitrali con il Bayern. Firenze è sicuramente la piazza più importante per il tecnico, non solo per i risultati sportivi ma anche per il calore umano. Quando la moglie morì, il 26 novembre 2007, il Franchi le dedicò un solenne minuto di silenzio.
L’esperienza da ct
Le dimissioni hanno condito tante delle sue esperienze da allenatore, compreso il periodo da ct della Nazionale azzurra. Prandelli infatti decide di dimettersi dopo Italia-Uruguay, Mondiale 2014. Nel 2012 sfiora gli Europei perdendo in finale contro la Spagna dopo aver battuto Inghilterra e Germania. L’avventura ai mondiali in Brasile è un fallimento. Sconfitte contro Costa Rica e Uruguay dopo la vittoria contro l’Inghilterra. Questi risultati lo portano a dimettersi per l’ennesima volta, tra l’altro contro la volontà della FIGC. Prandelli si è seduto sulla panchina della Nazionale 56 volte totalizzando 23 vittorie, 20 pareggi e 13 sconfitte.
Il recente passato
Le ultime esperienze, dopo la Nazionale, non sono state soddisfacenti. Qualche mese al Galatasaray, in Turchia, subito dopo la fine del Mondiale. Poi 2 anni di pausa per poi iniziare di nuovo con il Valencia, dove dopo appena 8 partite rassegna le dimissioni, il 30 dicembre del 2016, per divergenze sul mercato. Il club spagnolo decise di fargli causa per danno d’immagine. La faccenda ha avuto fine solo nel 2018, dopo che le due parti hanno raggiunto un accordo economico. Poi esperienza fallimentare negli Emirati Arabi all’Al Nasr, durata meno di un anno prima dell’esonero.
Ultima panchina quella del Genoa, da dicembre 2018 a maggio 2019. Il club rossoblu conquista la salvezza solo all’ultima giornata, Prandelli infatti non viene riconfermato.