Pradè commenta il mercato della Fiorentina: “Ottima squadra, un errore la fascia a Chiesa”
In conferenza stampa, il Ds della Fiorentina Daniele Pradè commenta la sessione di calciomercato appena conclusa, con la cessione in extremis di Federico Chiesa alla Juventus e con l’arrivo di Josè Maria Callejon, svincolato quest’estate dal Napoli.
Il Ds della Viola si dice soddisfatto della squadra e delle operazioni di mercato: “Secondo me abbiamo un’ottima squadra. Dalla fine del mercato della stagione scorsa ad oggi abbiamo cambiato 19 elementi, sono rimasti solo Pezzella e Milenkovic, gli altri sono Dragowski che era andato all’Empoli, Biraghi all’Inter e Vlahovic che era un ragazzo. Abbiamo 19 calciatori che possono essere importante nell’undici. Siamo passati a 86 milioni di ricavi con costo del personale di 70 milioni. Per farvi capire quanto costa questa azienda, soprattutto in un periodo molto difficile. Siamo in un periodo economicamente molto difficile. Abbiamo preso dei calciatori con ingaggi importanti. In questo mercato abbiamo fatto più di quaranta uscite, siamo passati da un parco giocatori di 75 giocatori e stiamo piano piano ripulendo tutto quello che non consideravamo valido per la prima squadra. La squadra adesso deve prendere consapevolezza. Abbiamo fatto un’ottima partita col Torino e abbiamo vinto, abbiamo fatto una grande prestazione a Milano contro l’Inter dove abbiamo perso immeritatamente e abbiamo fatto una partita che non ci aspettavamo contro la Samp. E’ una squadra che sento mia, ora possono darci ragione o torto solo tempo e risultati. Tutto quello che c’era da poter fare lo abbiamo fatto”.
Pradè parla poi del mancato arrivo di Rodrigo De Paul, a lungo cercato dalla Fiorentina, oltre che da altri club, ma rimasto all’Udinese; e pone l’accento sull’arrivo di Josè Maria Callejon, svincolato dopo sette anni al Napoli: “De Paul non ci sarebbe servito in questo momento. State sottovalutando Callejon. Aveva tantissime offerte, ha creduto nella Fiorentina e sono felice ci sia lui al posto di Chiesa. Eravamo preparati”.
Riguardo alla vicenda Chiesa, conclusasi ieri con il passaggio dell’esterno classe 97 alla Juventus dopo che quest’ultimo aveva chiesto esplicitamente di essere ceduto, il Ds afferma: “Siamo arrivati all’ultimo perchè c’erano tante piccole cose. Dovevamo allungare il contratto a Chiesa e non era facile, ci abbiamo messo tanto a trovare le modalità di pagamento però alla fine per noi è un’operazione ottima dove sono contento adesso ci siamo tolti questo peso. Era diventata una telenovela, si parlava solo di questo, veniva messa in secondo piano la squadra. Tante volte alla famiglia Commisso ho detto che fosse giusto fare questa operazione, loro gli hanno dato tanto amore e lo avrebbero tenuto volentieri ma non c’erano i presupposti per farlo. Per il papà di Chiesa non siamo stati una situazione che poteva vederci insieme ma un veicolo per arrivare ad altre situazioni. La Fiorentina non è stata mai presa come un’eventualità. Ad un certo punto quando le situazioni sono così non è facile andare avanti, era un’operazione obbligata. Dal punto di vista affettivo la famiglia Commisso si aspettava di più da Federico, perché il presidente ragiona di pancia e di cuore ancora. Loro l’hanno accusata perché hanno sempre dato affetto. Piazza? Me lo aspettavo per l’esperienza che ho, ho avuto mercati da otto e mezzo poi con stagione sottotono e altre viceversa. Ma il nostro lavoro lo abbiamo fatto con passione ed energia, poi il campo ci darà il verdetto. Tocca a me e all’allenatore far funzionare la parte tecnica. Se c’è da correggere basterà riconoscerlo e tra otto settimane si riapre il mercato e nel caso lo rivedremo insieme.
La fascia da capitano? Posso dirti a posteriori che è stato un errore. Abbiamo sbagliato a dargliela. Stop. Non penso ci sia nessun rapporto dove da una parte c’è un amore non corrisposto che possa andare avanti. L’operazione Chiesa a livello sportivo, ovvero la collettività del gruppo, per noi è stata un’operazione ottima”.
Infine conferma la fiducia all’allenatore Beppe Iachini: “Prima di tutto Iachini è un uomo. Secondo, ha un esperienza tale che ogni difficoltà la supera. Io sono vicino a lui. Glielo dico sempre, scherzando, dicendo che una squadra così forte nella sua carriera non l’ha mai avuta. L’unica cosa che Iachini non ti farà mai mancare è il lavoro, e il lavoro paga sempre”. Non aprire un ciclo con lui sarebbe un fallimento, ma dipende tutto dai risultati sportivi”.