C’era una volta una squadra che incantava la Serie A con prestazioni e risultati fuori dall’immaginario. Una squadra che macinava vittorie su vittorie e, nonostante gli sfavori del pronostico, contendeva lo Scudetto ai carri armati chiamati Juventus e Inter. Era la Lazio di Simone Inzaghi.
Sì, era. Quella squadra, infatti, sembra essersi dissolta tra le mura di casa quando il premier Conte ci annunciava di restare nelle nostre abitazioni.
Dalla fine del lockdown, infatti, la Lazio è la brutta copia di sè stessa. L’agonismo, l’entusiasmo, la voglia di inseguire e realizzare il sogno Scudetto sono svaniti in quei mesi di pausa forzata e i risultati sono lì a dimostrarlo.
I ragazzi di Simone Inzaghi, infatti, avevano chiuso il campionato pre-lockdown con il secondo miglior attacco del campionato, dietro solo alla corazzata Atalanta, e la miglior difesa. Record persi nel post-lockdown. Alla fine della stagione, infatti, la Lazio ha terminato con il terzo attacco e la seconda miglior difesa, superata in entrambi i casi dall’Inter.
Dati che si riflettono anche nell’andamento della squadra. Nelle 26 partite disputate fino a giugno, infatti, la Lazio aveva messo insieme ben 62 punti. Nelle restanti 12 (giocate da giugno in poi), invece, i biancocelesti hanno raccolto la miseria di 16 punti. Un ruolino di marcia di poco più di un punto a partita, praticamente da zona salvezza. Andamento che ha portato la squadra di Inzaghi a una caduta in picchiata dal secondo posto, a -1 dalla Juventus, al quarto.
Risultati che non sono migliorati nemmeno con l’inizio della nuova stagione. Fatta eccezione per la prima partita giocata contro il Cagliari, infatti, la Lazio ha subito una bruciante sconfitta casalinga contro l’Atalanta (1-4), pareggiato contro l’Inter a seguito di un brutto primo tempo e, ieri, infine, perso male contro la Sampdoria (0-3).
Niente è ancora perduto, certo. D’altronde siamo solo alla quarta giornata di campionato. Tra pochi giorni, però, inizierà la Champions League e Simone Inzaghi, al netto delle assenze, dovrà scuotere i suoi uomini per non iniziare in salita la competizione conquistata dopo tanto sforzo e per dimostrare che quella squadra ammirata fino a marzo, in fondo, esiste ancora.