Plusvalenze Roma, chiusa l’indagine per falso in bilancio: i prossimi passi
La Procura di Roma ha chiuso l’indagine sui giallorossi riguardo a un possibile reato di falso in bilancio legato alle plusvalenze.
Momento delicato per la Roma, in campo e fuori. Dopo il pareggio contro la Juventus e la vittoria dell’Atalanta, per i giallorossi la strada verso la prossima Champions League diventa ancora più complicata. Serve un mezzo miracolo per riuscire a entrare fra le prime 5 e lo scontro diretto con la Dea di domenica dirà molto se non tutto.
Prima però c’è da giocare il ritorno della semifinale di Europa League contro il Bayer Leverkusen. Si riparte dal 2-0 in favore dei tedeschi ottenuto all’Olimpico e per la Roma l’impresa da compiere è enorme, visto che le Aspirine sono ancora imbattute in tutta la stagione e servirà una vittoria con tre gol di scarto per strappare il pass per la finale.
E poi ci sono le questioni extracampo. La società è infatti oggetto di indagine per una presunte false dichiarazioni sul bilancio, legate alla realizzazione di plusvalenze definite dalla Procura di Roma fittizie. E oggi il fascicolo è stato chiuso.
Plusvalenze Roma, indagine chiusa
Come riporta Il Messaggero, la Procura ha chiuso l’indagine. 12 le operazione finite nel mirino, con i reati ipotizzati di falso in bilancio e di aggiotaggio informativo, che riguardano la compravendita di Defrel, Marchizza, Frattesi, Zaniolo, Santon, Nainggolan, Luca Pellegrini, Cristante, Tumminello, Spinazzola, Manolas e Diawara.
Da questi affari la Roma ha realizzato plusvalenze per un totale di 179 milioni di euro come riporta l’ANSA e la Procura parla di “una serie di plusvalenze fittizie mediante operazioni di scambio di giocatori che venivano apparentemente realizzate come separate operazioni di acquisto e vendita e quindi contabilizzate, in violazione del principio contabile”.
I dirigenti coinvolti
Gli attuali amministratori, inclusi Dan e Ryan Friedkin, sono esclusi da ogni accusa ed è stata richiesta per loro l’archiviazione perché dal 2021 in avanti le operazioni hanno determinato conseguenze poco rilevanti dal punto di vista del bilancio. Chi rischia il rinvio a giudizio sono invece i vecchi dirigenti. James Pallotta, ma anche Mauro Baldissoni, Guido Fienga, Giorgio Francia, Umberto Maria Gandini e Francesco Malknecht, oltre che la società.