Pippo Inzaghi: “Iervolino mi ha fatto una richiesta. Su Simone…”

Inzaghi - OneFootball

Pippo Inzaghi è uno degli ospiti del Festival dello Sport di Trento e racconta i suoi primi giorni da allenatore della Salernitana, con una richiesta specifica del presidente Iervolino. E poi parla del fratello Simone e della sua carriera da calciatore.

Sul palco del Festival dello Sport di Trento, organizzato dalla Gazzetta dello Sport, sale anche Pippo Inzaghi. L’ex attaccante ha sostituito Paulo Sousa sulla panchina della Salernitana e racconta una prima richiesta del suo nuovo presidente, Danilo Iervolino: “Mi ha chiesto di insegnare ai nostri attaccanti qualche movimento dei miei”, spiega. Anche se specifica una cosa: “Prima però bisogna conoscere bene i compagni, perché sono loro che ti aiutano a fare gol”.

In questo campionato affronterà di nuovo il fratello: “Simone è sempre stato più bravo di me in tutto. Però io non ho mai mollato. Se io e lui siamo così è merito dei nostri genitori che ci hanno insegnato i giusti valori”.

“Capocannoniere con l’Atalanta, poi Juve e Milan: il massimo”

Inzaghi poi prosegue analizzando la propria carriera: “Sono cresciuto guardando le partite del Piacenza, poi a 22-23 anni ho vinto la classifica cannonieri con l’Atalanta. Dopo ho la fortuna di giocare 4 anni con la Juve e 12 nel Milan. Per un giocatore è il massimo. Ho giocato con Zidane e con Kakà e Rui Costa, sono stati il meglio in quel ruolo”.

Ancora su di sé: “In Italia facciamo polemica su tutto, mi criticarono anche dopo una tripletta. Se decidi una finale di Champions League diventa difficile criticarti. Bisognerebbe apprezzare di più quello che abbiamo, gli allenatori e i calciatori bravi devono essere apprezzati in Italia, non all’estero. Aver giocato a San Siro è un’emozione unica, quel calore non si vede da altre parti”.

Sulla fine della carriera: “Per noi grandi campioni il giorno della fine è difficile e a volte non lo capiamo”.