Pioli: “Finalmente in Champions. Donnarumma? Ci siamo sentiti”

Pioli: “Finalmente in Champions. Donnarumma? Ci siamo sentiti”

Photo LaPresse - Spada

Stefano Pioli ha raccontato le emozioni vissute durante la stagione 2020/21. Le dichiarazioni dell’allenatore del Milan ai microfoni de La Repubblica: “La bella addormentata si risveglierà nella sua casa: in mezzo ai più grandi club. Prima dell’Atalanta ho chiesto ai ragazzi: volete ancora giocare col Rio Ave o è ora di City, Psg, Bayern? È un po’ strano che i vicecampioni d’Italia siano messi in quarta fascia. Ma vogliamo crescere: affrontare le più forti aiuta, dovrà essere l’anno della nostra conferma”.

Sul mercato: “La creatività i miei dirigenti l’hanno già dimostrata. A parte Ibra, sul quale avevo ovviamente espresso parere positivo, penso a Kjaer e Saelemaekers, a Tomori che non conoscevo, se non per uno spezzone. Qualunque sarà il budget, il nome Milan continua a essere un richiamo. L’importante è avere costruito una base di 10-12 giocatori da squadra di vertice, come Hernandez, Tomori, Kjaer, Kessié, Calabria, Calhanoglu, Ibra. Ora dobbiamo migliorare il gruppo: la conferma è la cosa più difficile”.

Sul rinnovo di contratto: Non è la priorità. Con Maldini e Massara si parlerà soprattutto di come migliorare la squadra”. Sulla panchina rossonera, il tecnico parmigiano sta benissimo: “Mi sento fortunato a lavorare in questo club e con questo gruppo. Mi sarebbe piaciuto ripercorrere il Giro del mio idolo Bugno, in rosa dalla prima all’ultima tappa. Ma il calo era normale. Non abbiamo mai avuto dubbi sui principi di gioco, lavorando sui particolari”. 

Su Gianluigi Donnarumma: “Professionista esemplare, concentrato sul campo. Poi una trattativa può funzionare oppure no. Ci siamo sentiti e ringraziati a vicenda, è un rapporto sincero. Gli ho fatto gli auguri per l’Europeo”.

Su Mario Mandzukic, Zlatan Ibrahimovic e Franck Kessié: “Mi dispiace per gli infortuni di Mandzukic, scelto per alternarsi con lui senza che calasse il livello. Zlatan non potrà giocarle tutte. Sa quando forzare: il rapporto è sincero. La Champions è meno pesante dell’Europa League il giovedì. Ma ci vuole il quarto attaccante. Kessie nuovo leader? Ne abbiamo più di uno, lo è anche Kjaer. Franck nelle difficoltà è il riferimento dei compagni. Fino a un minuto prima dell’allenamento è lì che balla e sembra che non gli interessi, poi è un esempio per tutti”. 

Sulle polemiche per i venti rigori a favore in Serie A: “Le accuse non mi toccano: ne avremmo meritati di più. Il Var torni alle origini: intervento in caso di errore evidente dell’arbitro. E poi basta fidarsi del fermo immagine: sullo slancio, un contatto in foto lo vedi sempre, ma il calcio non è mica statico. Mi permetto anche un consiglio al designatore Rizzoli, che stimo: coppie fisse arbitro-Var, che si alternino nei due ruoli per affinare uno stesso modo di arbitrare. Oggi cambiano di continuo: spesso si nota scarsa simbiosi”.