Petrachi: “Pallotta mi ha provocato. Tornare alla Roma? A determinate condizioni…”
A cuore aperto l’intervista rilasciata da Gianluca Petrachi al “Corriere dello Sport”. L’ex dirigente giallorosso torna a parlare della sua esperienza alla Roma dopo la separazione andata in scena la scorsa estate. Rottura che è stata più tribolata del previsto con tanto di causa legale dell’ex ds nei confronti della società romana. E’ quello che lo stesso Petrachi sottolinea affermando di non essere “un diplomatico perché non ci so fare con le relazioni. Non telefono ai direttori, non mi concedo: non è nelle mie corde”. Per questo motivo “scrivevano che attaccavo Zaniolo perché avevo già deciso di venderlo. Non era così e questo lo dimostra il fatto che Zaniolo indossa ancora la maglia giallorossa. Troppo brusco con lui? Gli ho detto solo che doveva tirare fuori la sua anima guerriera, non quella mondana. Uno come me o si ama o si odia” – chiosa Petrachi.
Il rapporto con il presidente Pallotta ha avuto alti e bassi durante la permanenza del direttore sportivo a Trigoria, ma lui “è un uomo intelligente. Un visionario. Il calcio, purtroppo, è un mondo a sé. Si è fidato troppo di persone sbagliate”. Infatti, “in un’intervista Pallotta cita e ringrazia tutti tranne me. Una provocazione. Da lì, il mio messaggio: una protesta, ma anche un grido d’aiuto. Volevo un chiarimento da uomo a uomo”.
L’ex direttore sportivo spende parole al miele per i Friedkin dicendo che “c’è stato un pranzo di cortesia a dicembre ma niente di più. Mi sembrano entusiasti di comprarsi la Roma. Per un calciatore conta molto vedere il capo che ti ha scelto e ti paga”. Su un suo possibile ritorno tra le fila della Roma, Petrachi risponde positivamente e “spiegherei le mie ragioni alla nuova proprietà. Certamente non rientrerei a qualunque condizione. Io non cambio. Petrachi deve fare Petrachi” – conclude.