Personaggi – Lucas Leiva, un leone a centrocampo
Nella calcio c’è una categoria di giocatori che ha spesso poca considerazione mediatica.
È composta da quei calciatori che in una partita sono poco appariscenti, ma dannatamente efficaci, quei giocatori fondamentali per la loro capacità di recuperare palloni e dare equilibrio alla squadra.
La storia del calcio è ricca di tali elementi: Giovanni Lodetti ad esempio, instancabile faticatore nel Milan di Nereo Rocco, detto “il terzo polmone di Rivera”, oppure Massimo Bonini, stacanovista della Juventus di Trapattoni, considerato come “i polmoni di Platini”.
Oggi uno dei migliori esponenti di questa categoria è Lucas Leiva, mediano della Lazio di Simone Inzaghi. Un giocatore dotato di un’intelligenza tattica superiore alla media.
La sua carriera è una storia di grinta, carattere, professionalità e spirito di sacrificio.
Subito sugli scudi
Lucas Pezzini Leiva nasce il 9 gennaio 1987 a Dourados, nel sud del Brasile.
Entrato nelle giovanili del Gremio, Lucas debutta in prima squadra a 18 anni, mettendo a referto 3 presenze di “rodaggio” nella stagione 2005. L’anno dopo il giovane centrocampista diventa un punto chiave della squadra, autore di 32 presenze e 4 reti nel campionato brasiliano.
Le prestazioni eccellenti gli valgono, a fine 2006, la conquista della Bola de Ouro, il riconoscimento assegnato ogni anno dalla rivista Placar al miglior giocatore del campionato brasiliano. Leiva, appena 19enne, è il più giovane a portare a casa un premio vinto in precedenza da campioni come Zico, Falcão, Careca, Romario e Kaká.
L’ascesa di Leiva, accostato da subito a Carlos Dunga per le sue caratteristiche, prosegue con la convocazione del Brasile under-20 in vista del Campionato sudamericano per nazionali di categoria. È la prima vetrina internazionale per Lucas, che la sfrutta al massimo: con 9 presenze e 4 gol, fra cui una doppietta al Perù, è uno dei grandi protagonisti della competizione vinta dai verdeoro. I club europei, attenti osservatori della kermesse, appuntano il suo nome sui taccuini. Per il giovanotto di Dourados, che si conferma nella stagione 2007, è giunto il momento di volare oltre l’Atlantico ed approdare nel calcio europeo. Rino Foschi, d.s. del Palermo, prova l’arrembaggio al talento brasiliano; sembra fatta, ma il Gremio si ingolosisce ed alza la richiesta a 10 milioni, 4 in più dell’offerta rosanero. La trattativa, di conseguenza, salta. Spunta allora il Liverpool, che paga la somma richiesta e si porta a casa il classe ’87.
Bandiera del Liverpool
Una volta giunto nel Merseyside, Lucas trova come titolari nel centrocampo dei Reds top players quali Xabi Alonso, Javier Mascherano e Steven Gerrard. Una simile concorrenza ed il necessario adattamento ad un calcio completamente diverso rendono difficile il suo avvio, ma l’allenatore Rafa Benitez ne intuisce le potenzialità e lo prende sotto la sua ala protettrice, difendendolo dalle critiche dei tifosi. Con impegno e sacrificio, uniti alla fiducia del tecnico, Leiva negli anni successivi migliora sempre di più. Nel frattempo partecipa con la Nazionale olimpica del Brasile al torneo calcistico dei giochi di Pechino 2008, conquistando la medaglia di bronzo.
Nell’estate del 2010 Benitez lascia Liverpool per trasferirsi all’Inter ed il nuovo arrivato, la vecchia conoscenza nerazzurra Roy Hodgson, non sembra intenzionato a puntare sul brasiliano. Il Palermo, stavolta con Walter Sabatini come d.s., tenta così per la seconda volta di acquistarlo, ma la trattativa si arena nuovamente sullo scoglio della richiesta economica. Hodgson decide allora di dare fiducia a Leiva, che dopo la cessione di Mascherano a fine agosto diventa il perno della mediana dei Reds. Lucas, motivatissimo e desideroso di sfruttare l’occasione, si rimbocca le maniche e disputa un’annata 2010-11 di altissimo livello, sia con Hodgson sia con il suo successore, la leggenda dei Reds Kenny Dalglish. A fine stagione quei tifosi che in passato avevano spesso criticato il brasiliano lo eleggono Player of the Season.
Arriva anche la chiamata del Brasile per la Copa America 2011. La Seleção però delude, venendo eliminata ai quarti di finale dal Paraguay, ai rigori, a causa di una prestazione horror dal dischetto con 4 errori su 4 tentativi (complice un terreno in condizioni disastrose). Per Leiva, espulso nei supplementari della sfida col Paraguay, sarà l’unica competizione ufficiale con la maglia della Nazionale maggiore.
Le stagioni successive vedono Lucas mettere in mostra anno dopo anno una delle sue principali qualità: l’essere un lottatore che non molla mai.
Il brasiliano infatti si trova a combattere contro diversi infortuni, come quello al crociato nel novembre del 2011, vincendo puntualmente ogni battaglia. Nemmeno i nuovi acquisti e le continue voci di mercato che lo vorrebbero in partenza lo fermano. Lottando come un leone, Leiva riesce sempre a trovare spazio. Si disimpegna bene anche quando viene adattato nel ruolo di difensore centrale.
Alla fine dell’annata 2016-17 Leiva viene celebrato dal Liverpool per aver concluso la sua decima stagione nel Merseyside. Dieci anni nei quali, dopo le difficoltà iniziali, si è affermato divenendo uno dei giocatori più amati dai tifosi. Intanto però l’allenatore Jürgen Klopp ha avviato un profondo rinnovamento della squadra nell’intento di tornare a vincere. Per Leiva, dopo 346 partite, 7 gol, 21 assist e migliaia di palloni recuperati, è giunto il momento di una nuova avventura.
Mai darlo per finito
Nell’estate 2017 la Lazio si trova a dover sostituire un giocatore fondamentale come Lucas Biglia, ceduto al Milan. La scelta cade su Lucas Leiva. Il brasiliano arriva in sordina, considerato da molti come un giocatore entrato ormai nella fase discendente della propria carriera. La smentita del 30enne è immediata. Il 13 agosto la Lazio batte 3-2 la Juventus aggiudicandosi la Supercoppa italiana. Leiva, al debutto con la nuova maglia, è uno dei migliori in campo.
L’annata seguente conferma quanto visto in quell’estate. Altro che viale del tramonto, Lucas è un giocatore che fa la differenza e ritrova anche quella dote offensiva che in Inghilterra si era assopita, firmando 4 gol in 50 presenze totali, più della metà di quelli segnati in dieci anni oltremanica.
Nello scacchiere di Simone Inzaghi il brasiliano risulta imprescindibile, un’autentica calamita di palloni in fase difensiva, un grande equilibratore sempre abile ad avviare la costruzione dell’azione. Il completamento ideale di un centrocampo dove Luis Alberto e Milinkovic-Savic sono liberi di inventare per Ciro Immobile. Il sistema funziona ed i biancocelesti, oltre a ben figurare in campionato, nel 2019 si aggiudicano Coppa Italia e Supercoppa italiana.
La stagione 2019-20 vede una strepitosa Lazio duellare per lo scudetto contro Juventus e Inter fino ai primi di marzo, quando l’Italia si ferma per la pandemia di Covid-19. Alla ripartenza, a giugno, ai capitolini manca un elemento fondamentale: manca Lucas Leiva, operato al ginocchio ad aprile ed ancora non pienamente recuperato. La Lazio fatica ed il brasiliano prova a tornare per contribuire al sogno ancora possibile, ma deve fermarsi di nuovo. I biancocelesti, con una squadra stanca e con la panchina corta, finiscono quarti, guadagnandosi però l’accesso alla Champions League a 13 anni dall’ultima apparizione.
Lucas, fermato ancora dal ginocchio in estate, stringe i denti per l’inizio del campionato 2020-2021, ma la forma non è ottimale e, senza il vero Leiva, la Lazio ha un avvio difficoltoso. Il 20 ottobre inizia la Champions League e all’Olimpico arriva subito l’avversaria più difficile per i biancocelesti, il Borussia Dortmund. Sembra un impegno proibitivo, ma quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Leiva sfodera una prestazione maiuscola, dando il la, con due preziosi palloni rubati agli avversari, a due gol dei romani che vincono 3-1. Il successo scuote la Lazio, che ricomincia a convincere anche in campionato.
Il brasiliano intanto deve ancora fare i conti con i postumi dell’infortunio, poi ci si mette di mezzo anche il Covid. Lucas, per nulla scoraggiato, supera tutte le difficoltà con il carattere e la grinta che lo hanno sempre contraddistinto e alla ripresa del campionato dopo la sosta è di nuovo arruolabile. Nella vittoria laziale sotto il diluvio di Crotone il brasiliano torna a dare il suo contributo.
Lo fa alla sua maniera, lontano dai riflettori, con una prestazione di grande sostanza a metà campo.
Più forte degli infortuni, del Covid e delle critiche.
Ci vuole ben altro per abbattere Lucas Leiva.